SOGNANDO LA CLAUSE 28

Eterosessuali e famiglie naturali sono i nuovi discriminati dalla “dittatura del relativismo”? E davvero le lobby gay sono impegnate in un’azione di proselitismo senza precedenti? Stando a quello che si legge sui giornali e si vede nei palinsesti televisivi sembrerebbe proprio così.
D’altronde, più che di discriminazione e di proselitismo, forse è una questione di cultura. O di “capitalismo maturo”. Le ricerche di mercato non sono forse lì a dimostrare che la popolazione omosessuale è quella che spende e consuma più di ogni altro segmento sociale? Dunque perché scandalizzarsi se media e pubblicità corteggiano gay e lesbiche dando l’idea di una mutazione antropologica epocale? Già, però ci sono altri segmenti di popolazione che rischiano di andare in sofferenza.
Prendete i bambini, dite che ci capiscono molto di tutto questo nostro mondo così strampalato? Bombardati come sono da immagini e discorsi che ne confondono i codici emotivi e che mettono sullo stesso piano papà e mamma con i recenti modelli di coppie del medesimo sesso (e varietà familiari anche più complicate), non è che c’è il rischio di crescere una generazione di nevrotici e schizzati? è esattamente quello che temeva Margaret Thatcher, l’ex primo ministro britannico di cui Blair si è vantato di essere discepolo, quando nel 1988 introdusse la famosa clausola 28 che vietava espressamente a tutte le «autorità locali» di «promuovere intenzionalmente l’omosessualità o pubblicizzare materiale con l’intento di promuovere l’omosessualità» e «di promuovere l’insegnamento in ogni scuola pubblica riguardo l’accettabilità dell’omosessualità come una relazione che pretende di farsi famiglia». La clausola fu poi abrogata da un referendum promosso durante il primo mandato del laburista Blair ma qualcuno adesso, seppur timidamente, in Gran Bretagna avanza la proposta di reintrodurla a livello locale: ovvero, le contee che vogliono la clause 28 la fanno rientrare in vigore, le altre no.
Ad avanzare questa provocazione è Michael Gove, ex responsabile dell’edizione del sabato del Times e deputato del partito Conservatore. Per anni ritenuto una delle bandiere della tolleranza verso gli omosessuali, anche per i suoi editoriali sul Times contro il bigottismo di Chiesa e Tories, oggi Gove sembra aver rielaborato i propri pensieri e cambiato idea. «Penso che sia giusto che chi vuole che i propri figli crescano in società e scuole in cui si dà una corretta informazione sui rapporti di coppia abbia il diritto di avere questo servizio. Se entrando nel New Hampshire si incontra il cartello “Vivi libero o muori”, non capisco perché percorrendo la M1 ed entrando in Northamptonshire non si possa incontrare il cartello “Benvenuti nella contea della clause 28″». Un pazzo? Forse, ma alle ultime elezioni politiche Micahel Gove è stato rieletto a Westminster con 24.642 preferenze nel collegio di Surrey Heath.

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