
SONO FORTUNATO
Del mio mestiere mi garbano ormai poche cose. A parte qualche luogo ameno e qualche ristorante molto ameno che ho la fortuna di toccare, mi resta, fondamentalmente, la libertà di vivere senza l’odioso, palloso, terrificante weekend. Mi tocca l’Inter, talvolta, ma nel complesso evito i vostri supplizi. 1) La sciura che vi obbliga alla gita fuori porta col ritorno incolonnati a ululare contro altri poveracci come voi. 2) Il pranzo domenicale da vostra suocera, che ve la mena e inoltre, avendo l’alzheimer, si dimentica di mettere il ripieno nei ravioli. 3) La spesa in quell’ipermercato della banlieu “così economico”. Solo che non siete stati gli unici ad avere l’idea: la foresta pluviale nell’ora di punta è più percorribile. 4) La recita di vostro/a figlio/a dove vi fate il solito sangue marcio perché, come sempre, finisce nell’ultimo posto utile del coro, mentre il ruolo del protagonista va sempre al figlio/a del capetto ciellino (si passano la parte di figlio in figlio ed essendo prolifici non avete chance). Io, invece, che faccio nel weekend? Io lavoro, babbei, e il godimento maggiore lo ottengo nel cestinare gli inserti pieni di consigli, di indirizzi, di cose trendy da fare e da vedere, che ora straboccano dai giornali. Immagino, al contrario, che voi vi siate deliziati di quel dibattito sulla depilazione maschile.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!