
Sono Paperon de’ Paperoni e non lo sapevo. Ora mi compro l’Inter e do un lavoro a Moratti

Tra i principi cardine di ogni buon giornalismo dicono ci sia l’imparzialità e la completezza della notizia. Sulla prima possiamo ammettere che non succede neanche su Marte. Sulla seconda, invece, bisogna riflettere bene. Perché quando dici albero delle sberle e pensi a Donald Trump, dici e pensi a tutti quei tromboni, agitatori, minculpop, che dicono che il loro lavoro è dare notizie e fare inchieste, mentre è ormai chiaro che assolvono il ruolo di travet, cinghie di trasmissione e pennacchi del politicamente corretto. Ovverosia la forma di comunicazione più spiccatamente disinformativa, ipocrita, padronale. È quello che capita molto spesso anche ai grandi giornali della provincia italiana.
E a proposito cito Repubblica perché oggi, in ritardo su Libero di una settimana (il che giornalisticamente significa aver preso un “buco” colossale da un concorrente), in una paginata su Milano dal titolo “Consiglieri e assessori, la top ten dei più ricchi”, infila il sottoscritto, con relativa fotina, tra gli Zii Paperoni. In quanto, da direttore di Tempi ho denunciato e naturalmente messo sul sito del comune di Milano (atto dovuto, trasparenza) i 121 mila euro di reddito 2015 e i 6 mila di rendicontate e certificate spese di campagna elettorale.
Mi verrebbe per prima cosa da segnalare, per lezione numero uno di giornalismo e completezza di informazione che, a quanto pare, sono più ricco di Milly Moratti. La quale dichiara un reddito pari a 0 (zero!) e però ha speso per un mese di campagna elettorale 64 mila euro. Cioè, lezione numero due di giornalismo e completezza di informazione, quanto guadagno io, il sottoscritto, in un anno, al netto delle tasse.
Lezione numero tre e proposta giornalistica per un prossimo titolo di Repubblica: ma se Amicone è nella top ten dei ricchi e guadagna più di Milly Moratti, perché Amicone non si compra l’Inter, ridà un lavoro da presidente nerazzurro al povero petroliere Moratti e così fa un regalino alla piccola fiammiferaia e collega consigliera Milly?
Infatti, lezione giornalistica numero quattro, se si fanno veramente i conti in tasca a zio Paperone Amicone si troverà questo: 121 mila lordi, equivalenti, al netto, alla mesata di campagna elettorale di Milly Moratti. Ora, a quei 60 netti e passa, togli i 24+6, netti, di muto e spese prima casa (muto acceso a 50 anni, sapete, non sono poveraccio come Milly).
Fatto il conto? Ecco, nella disponibilità di Zio Paperone Amicone ci sono, netti, all’anno, 30 mila tondi tondi. Però. Però a questi toglici qualcosina di mantenimento della moglie e dei cinque figli a carico. Chi in età scolare, chi all’università, chi alla ricerca di lavoro. Fate i conti perbene, lezione di giornalismo numero cinque e, prima o poi, albero delle sberle che viene giù anche dalle parti di Repubblica, e vedete voi se non è il caso di insultare il governo ladro e mettere mano al portafoglio.
A questo punto, come giustamente segnalò Libero (che ha dato buca a Repubblica e schiaffeggiandola con l’anticipo di una settimana sulla notizia), questo Amicone merita una colletta da terremotato in mutande. E finalmente, l’ultima lezione la darà il Trump che verrà – verrà, vedrete – verrà anche in Italia e in Europa. Verrà a scrollare gli alberi delle sberle e a farle venir giù tutte quante, in faccia allo Stato ladrone, ipocrita e politicamente corretto almeno quanto i suoi reggicoda dalla penna finto poveraccista e “alla ortobiologica michelle obamiana”.
Foto Ansa
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