Alla fine, ma molto alla fine, il 12 settembre la sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura ha sospeso dalle funzioni e dallo stipendio il «giudice-poeta». Da 20 mesi in forza (si fa per dire) al Tribunale di sorveglianza di Perugia, il giudice vi aveva depositato in ritardo 247 fascicoli, ma nella sua precedente carriera in tribunale civile aveva già accumulato un arretrato-record di almeno altri 317 procedimenti inevasi. C’è poi chi fa calcoli addirittura peggiori, e sostiene che i provvedimenti abbandonati e in attesa di deposito siano 858 (ottocentocinquantotto!).
Numeri incerti come la giustizia italiana, insomma, ma comunque folli. Folli, anche perché ogni atto giudiziario è parte di un procedimento che spesso travolge la vita di una persona, di una famiglia, di un’azienda. Il giudice di sorveglianza, poi, decide su provvedimenti che riguardano l’esistenza di un detenuto: si tratta quindi di atti molto delicati, che pretendono grande attenzione ...
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