Sotto il sorriso, niente. Come ci fottono gli ‘indiscutibili’

L’avanzata dei sorrisetti. Almeno Berlusca sorrideva che si vedeva lontano un miglio che imboniva. E tu lo vedevi e pensavi: questo ride e forse intanto mi fotte. Un sorriso da venditore, han scritto tante volte. Era il sorriso di chi vuole piacere. Una cosa ingenua, in un certo senso. Falsa, certo, ma falsa da fare tenerezza.
Ha detto bene Aurelio Picca nel suo bel poemetto L’Italia è morta, l’Italia sono io: Berlusca è un uomo adatto per essere tradito. Per non credere al suo sorriso. Anche se c’aveva qualcosa di sano dentro. Come c’è sempre qualcosa di sano in chi vuol piacere. Di pateticamente sano.
Mentre questi no, hanno sorrisetti. Da professori, da intelligenti, da chierici. Sorrisetti da prete. Da indiscutibile. Da chi non “deve” piacere, perché sa di essere nel giusto, nel doveroso. Sorrisetti da chi si sente superiore, già giustificato perché crede nelle cose giuste. E intanto ti fotte.
Eccome. Sotto questi sorrisetti, l’Italia guaisce. E mentre dicono e si compiono enormità – cose da orlo di guerra civile – il loro sorrisetto aleggia, atroce.

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