
Spagna, sboom demografico: il paese è di nuovo terra di emigranti (ma non andava meglio dell’Italia?)
La Spagna si sta riprendendo più rapidamente dell’Italia dalla crisi cominciata nel 2008? Non si direbbe, dai dati appena sfornati dal Banco de España e dall’Ine, l’Istat spagnola. Risulta infatti che alla fine dell’anno scorso, per la prima volta da quando si producono serie statistiche complete (cioè dal 1971), la popolazione complessiva dei residenti, cittadini spagnoli e immigrati, è diminuita. E risulta pure che nel trimestre aprile-giugno, per la prima volta da dieci anni a questa parte, le rimesse dall’estero verso la Spagna hanno superato quelle dalla Spagna verso i paesi stranieri. Cioè i soldi inviati a casa dagli spagnoli che lavorano all’estero o da stranieri che hanno parenti in Spagna, sono di più di quelli che gli immigrati sul suolo spagnolo mandano a famiglie e parenti che vivono fuori.
DIMENTICARE MADRID. Paese di emigrazione negli anni Sessanta, la Spagna aveva ricominciato a crescere demograficamente negli anni Settanta e poi aveva conosciuto un boom di nuovi residenti nel primo decennio del nuovo millennio: nel 2000 gli stranieri con permesso di soggiorno erano poco meno di un milione, nel 2010 erano già arrivati al record storico di 5 milioni e 747 mila. Così la popolazione spagnola, che nel 2008 contava 40,5 milioni di abitanti, nel 2012 era già arrivata a 47,2. Ma dal 2010 il numero degli immigrati ha preso lentamente a diminuire, e la diminuzione è andata ad aggiungersi al saldo migratorio spagnolo che è ridiventato negativo (come negli anni Sessanta) a partire dal 2008. L’anno scorso 32.380 spagnoli sono tornati a vivere in patria, ma oltre 60 mila se ne sono andati.
L’INVERSIONE DELLE RIMESSE. L’esito finanziario di questi processi demografici è che, per la prima volta dal 2003, nel secondo trimestre di quest’anno le rimesse dall’estero verso la Spagna hanno superato quelle nella direzione opposta: 1.591 milioni di euro contro 1.563. Sembrano lontanissimi i tempi in cui gli immigrati mandavano all’estero dalla Spagna una montagna di denaro pari a quasi 8,5 miliardi di euro, eppure era solo il 2007. Alla fine di quest’anno saranno quasi sicuramente meno di 6.
VA’ DOVE TI PORTA IL LAVORO. Per parte loro gli spagnoli si trasferiscono sempre di più all’estero per guadagnarsi da vivere, e di là mandano denaro alle famiglie rimaste in patria. Diversamente dagli anni Sessanta, però, non sono più muratori e manovali, ad emigrare, ma lavoratori qualificati. Spesso si tratta di quadri intermedi o dirigenziali di multinazionali spagnole o straniere che trasferiscono personale e attività all’estero, dove ancora ci sono opportunità di sviluppo e di profitti.
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