
SQUALI AL TROTTO
Squalo toro attacca cavallo da corsa in un fiume australiano. «è stato un errore dello squalo (?): sono predatori opportunisti, questo avrà avuto una sorpresa quando si è accorto che la preda era così grande». Lo psicologo squaloide in questione è il noto (?) Craig Franklin, dell’università del Queensland, chiamato a esprimere il punto di vista dello squalo non tanto al cavallo quanto all’allevatore turbato. Quest’ultimo è meravigliosamente inserito nella logica di squalo ed esperto di squalo: «Sapevo che nel fiume vi sono degli squali», e allora cosa ha pensato di fare? Ci ha pucciato un purosangue da 500 Kg per «esercitarlo al trotto» (??).
Se a questo punto uno si chiedesse che cavolo trotta un cavallo da mezza tonnellata a una profondità tale per cui uno squalo riesca a trascinarlo sott’acqua, aggraverebbe ulteriormente le cose. Il logos della moderna favola di Fedro è infatti: stai sbagliando tutto. Dire che uno squalo che attacca un cavallo in un fiume apre le porte del paranormale, giustifica l’esistenza di Fabio Canino, e pure delle Lecciso. E, di conseguenza, tutto l’entusiasmo per essersi finalmente imbattuti in programmi sani quali “Il viaggiatore” e “Pianeta mare” di Rete4, scema di colpo.
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