Stalin, mio padre, l’antisemita

Di Aldo Vitale
27 Gennaio 2016
«Mio padre sotto molti aspetti non soltanto l’aveva appoggiato (l’antisemitismo), ma era stato il primo a diffonderlo»
Svetlana Alliluyhva Stalina, figlia di Joseph Stalin, in braccio al padre a Mosca il 10 settembre 1967. Svetlana Stalina e' morta negli Stati Uniti all'eta' di 85 anni il 22 novembre. ANSA

«La memoria umana è uno strumento meraviglioso, ma fallace», riconosceva uno dei protagonisti del dramma dell’olocausto come Primo Levi.

Proprio per questo si può ritenere che una memoria storica dimezzata o selettiva non è effettiva memoria storica.

Pur celebrato il giorno della memoria dell’olocausto anti-abraico per mano del nazionalsocialismo, non si può ritenere assolto il proprio dovere morale nei confronti della verità storica, in quanto non di tutti gli ebrei sterminati per motivi ideologici si è ricordata la morte.

Sebbene sia passata e, almeno in Italia, continui a passare sotto silenzio, la storia del socialismo reale, che per decenni è stato interpretato da alcuni con vibranti spasmi escatologici – tanto che nel nostro Paese fino a pochi anni or sono qualcuno intendeva rifondare il comunismo con un apposito ed omonimo partito politico –, è intrisa di antisemitismo.

Non si comprende, quindi, il vero motivo per cui, ancora oggi, ci si debba ricordare soltanto degli ebrei uccisi dal socialismo nazionale e non anche degli ebrei uccisi dal socialismo reale.

La logica è la stessa che si rinviene in altri ambiti; per esempio, con quanto accade per i cristiani: se a stento ci si ricorda di quelli perseguitati in oriente e medio-oriente, nulla, ma proprio nulla si dice di quelli perseguitati in occidente.

E come da sinistra oggi si nega l’esistenza dell’ideologia gender, così per decenni si è negata l’esistenza dell’antisemitismo socialista che, tuttavia, ha lasciato evidenti orme di sangue nel suo passaggio antiumano lungo le polverose vie della storia.

Le evidenze storiografiche in merito, oramai, sono incelabili, almeno all’estero.

Lo storico Louis Rapoport nei suoi studi, infatti, così scrive:

«Durante il Grande Terrore, gli agitatori di Stalin aveva fomentato il pregiudizio antisemita, portandolo al culmine. Paradossalmente, mentre l’attenzione mondiale era rivolta alle leggi antisemite e alla persecuzione degli ebrei nella Germania nazista degli anni precedenti la guerra, Stalin, tra i dieci milioni di vittime delle purghe, stava sterminando 500.000 o 600.000 ebrei. Tra tutte le nazionalità sovietiche, in percentuale quella ebraica fu probabilmente la più colpita».

Una testimonianza diretta ed insospettabile, ma storicamente determinante ed inoppugnabile è quella proveniente dal diario, dal titolo Soltanto un anno, di una delle protagoniste di quei bui momenti della storia come è stata Svetlana Allilueva che così ha scritto:

«Negli anni del dopoguerra l’antisemitismo diventò l’ideologia ufficiale e militante, sebbene la cosa venisse tenuta nascosta in ogni modo. Ma dappertutto si sapeva che nella selezione degli studenti e nell’assunzione al lavoro la preferenza si dava ai russi, mentre per gli ebrei era sta sostanzialmente stabilità una percentuale che non si doveva oltrepassare […]. Nell’Unione Sovietica l’antisemitismo era stato dimenticato soltanto nel primo decennio dopo la rivoluzione. Ma, con l’esilio di Trozki, con l’annientamento dei vecchi comunisti negli anni delle purghe, molti dei quali erano ebrei, l’antisemitismo era risorto su una nuova base e innanzi tutto in seno al partito».

Svetlana Allilueva, per chi non lo sapesse ancora, era niente meno che la figlia di Stalin, e come tale così conclude:

«Mio padre sotto molti aspetti non soltanto l’aveva appoggiato [l’antisemitismo n.d.a.], ma era stato il primo a diffonderlo. Nell’Unione Sovietica dove l’antisemitismo aveva antiche radici nella piccola borghesia e nella burocrazia, esso si diffuse orizzontalmente e verticalmente con la rapidità d’una pestilenza».

Del resto, nonostante queste e altre innumerevoli prove storiografiche, impossibili da riportare in un così breve spazio, non stupisce che una certa intellighenzia sia ancora sorda a riconoscere simili abomini, perché, spesso, si tratta di quella stessa intellighenzia che oggi si ostina a negare l’esistenza delle aberrazioni etiche e giuridiche tanto in voga nel mondo contemporaneo.

Se davvero, dunque, si volessero celebrare gli ebrei sterminati, si dovrebbero ricordare tutti gli ebrei sterminati, e il mondo culturale che è stato o è ancora di sinistra, a meno che volesse apparire come un semplice sepolcro imbiancato, farebbe bene a ricordare gli ebrei uccisi, non pochi, anche dall’antisemitismo di matrice socialista.

Operazione comunque ardua vista la forma mentis di una parte del mondo culturale sostanzialmente e congenitamente così anti-cristiano da non aver ancora compreso la logica per cui è sempre bene, prima di parlare della pagliuzza nell’occhio altrui, accertarsi di non avere una trave nel proprio.

Foto Ansa

Articoli correlati

10 commenti

  1. Tempimaivissuti

    Questa sottospecie di articolo vergognoso è solo l’ultimo di una serie di obriobrità. Penso proprio che non metterò mai più piede in questo sito propagandistico e fantascientifico. Dovrei denunciarvi per tutto il tempo prezioso sprecato a leggere la vostra spazzatura è, tempo che magari poteva essere utilizzato per piegare calzini sporchi. Adiòs

    1. giovanna

      DFTT
      (trollona, qui orest, ore, ores…-ma perché sempre in trio ? e dimmelo !- e tempimaivissuti )

      Un articolo così attira la trollona come le api al miele !

      1. underwater

        Il troll vuol andarsene? Lo faccia per davvero!

  2. Ugobagna

    Certo, come se nei lager non ci fosse anche la sezione dei prigionieri di guerra, dove i polacchi erano trattati come cani rabbiosi e morivano come mosche (anche ad Auschwitz), i polacchi sono stati vittime dei tedeschi e poi dei sovietici in maniera spaventosa, non dimenticarlo…

    1. Orest

      e chi lo dimentica? 3 milioni di morti fatti dai nazisti. del periodo sovietico non so bene a cosa ti riferisci,sta di fatto che quello e’ stato il primo regime politico in cui i polacchi hanno visto riconoscersi scuola,casa e sanita’ garantite,e a prescindere dal credo religioso. Equiparare i due regimi e’ sputare sulla verita’,offendere i morti,vivere nella piu infame menzogna.

      1. underwater

        Scuola, casa, sanità?! Come se non fosse mai esistito uno Stato polacco prima, o tra il 1920 ed il 1939. I polacchi non aspettavano di certo la schiavitù sovietica per avere tutto ciò. I morti del nazismo non sono 3 milioni, quanto al comunismo è meglio secti documenti presso i popoli che lo hanno subito. Guarda caso gli stessi che oggi resistono ai diktat Ue, vedendo in essi uja fotocopia di quelli sovietici.

        1. Menelik

          Esaurito il suo nobile compito storico?????????
          AHAHAHAHAH !!!!!!!!!!!!!!!!!!
          E’ stato cacciato a furor di popolo.
          Solidarnosc e Gorbaciov hanno risparmiato al popolo russo e satelliti una guerra civile talmente estesa e sanguinosa che mai nell’est si sarebbe vista qualcosa del genere.
          Dopo 70 anni il popolo russo, grande popolo, s’è sbarazzato di una zavorra che gli ha procurato decenni di regime poliziesco e stagnazione economica.
          Il comunismo è stato (al passato, perché ora è defunto) un cancro al pari di nazismo e jihadismo.
          Te i Russi non li hai mai conosciuti, e nemmeno i Polacchi e gli Ucraini.
          Se vai a tentare di fare proselitismo per falce e martello, lì, adesso, ti picchiano.
          I Russi sono riusciti a liberarsi di quei cialtroni che li hanno soggiogati settant’anni !!
          Adesso sono un popolo LIBERO, e pure più democratico dell’Europa e dell’America.
          Sono un popolo fiero, che finalmente ha in mano il proprio destino.
          Gli unici che hanno avuto il coraggio e la determinazione di spuntare le unghie ai jihadisti schiavisti daesh.

  3. Menelik

    Fino al 1940 nazismo e comunismo andavano a braccetto.
    Erano due regimi che avevano molti punti in comune, non solo l’antisemitismo.
    I comunisti odiavano gli ebrei perchè in essi vedevano i banchieri e “usurai”, l’apoteosi del capitalismo.
    Nazismo e comunismo fino alla rottura del 1940 andavano talmente d’accordo che la Germania di allora riforniva di armi l’Unione Sovietica, e anche le munizioni gli dava.
    I corpi riesumati dell’eccidio di Katyn (oltre 20.000 polacchi) avevano nella testa pallottole di fabbricazione tedesca.
    Questo era l’appiglio per addossare ai nazisti la responsabilità dell’eccidio.
    Poi fu appurato che quelle pallottole facevano parte di uno stock inviato ai Russi dai Tedeschi quando i loro capi andavano d’accordo sulla spartizione della Polonia, allora come oggi fortemente cattolica.
    In quanto ai Cattolici che avrebbero fatto delazioni ai nazisti sugli Ebrei…..fai ridere anche i polli.
    Nazismo e comunismo erano regimi atei, possono essere a ragione considerati gli antenati degli atei militanti di oggi.

  4. Menelik

    Non temere, il Cristianesimo non sparirà.
    Il comunismo, invece, E’ GIA’ SPARITO.
    Solo qualche nostalgico resta.
    Il comunismo è un cadavere in avanzato stato di decomposizione.
    E i comunisti si sono riciclati nella borghesia liberista con la velocità di un fulmine.
    Altro che: “borghesi, ancora pochi mesi”……loro sono diventati borghesi che più borghesi di così non si può.

  5. mamifacciailpiacere

    A Ore’ tu che sai (quasi) tutto e nun perdi mai, nun te sembra che i Giorni della Memoria so’ 365 (366 nei bisestili) all’anno ? Ciao

I commenti sono chiusi.