Stampelle di centro al governo di sinistra sinistra-centro

«S’ode a destra uno squillo di tromba, a sinistra risponde uno squillo». Veramente, nel Parlamento italiano lo squillo è suonato a sinistra, con gli otto membri di Rc, Verdi e Pdci, che si sono dichiarati non disposti o incerti se votare il rifinanziamento della missione italiana in Afghanistan.
Il governo aveva già accettato la riduzione del corpo di spedizione, il rifiuto di estendere l’azione italiana nel sud dell’Afghanistan, nella zona di Kandahar, in cui è più viva la presenza talebana. Aveva escluso l’invio dei caccia, destinati a sostenere le truppe a terra, un impegno sostanzialmente necessario per la sicurezza stessa del nostro contingente. Aveva ottenuto una mozione di politica estera che rivedeva, in senso neutralista, la posizione dei corpi militari italiani negli interventi promossi dall’Onu, dalla Nato o dall’Ue. Avevano ottenuto politicamente tutto, gli esponenti della sinistra antagonista, salvo il fatto di abolire la missione, il che voleva dire uscire dalla Nato. Tutto ciò non è bastato agli obiettori, al loro pacifismo rivoluzionario, legato in principio all’ostilità, all’Occidente, agli Stati Uniti, al capitalismo e quant’altro.
A destra ha risposto lo squillo dell’Udc, che ha deciso di votare la missione in Afghanistan, anche così ridotta. Casini può dire che si tratta di una polpetta avvelenata perché, se il voto dell’Udc fosse necessario, proverebbe l’insufficienza della maggioranza. Ma perché votare una missione che non è più politicamente quella decisa dal governo Berlusconi? Una missione ridotta nel suo senso, nella sua consistenza, nella sua finalità? Sembra che l’intenzione dell’Udc sia di votare a favore dei provvedimenti di governo da cui l’estrema sinistra si dissocia. è una illusione pensare a uno spostamento dell’alleanza di governo verso il centro emarginando gli antagonisti. Il rischio della mossa dei centristi è proprio quello della ruota di scorta: permetterebbero a un tempo all’alleanza sinistra sinistra-centro di continuare ad esistere, lasciando alla sinistra radicale la delizia di seguire la propria coscienza. Non è detto, anzi mi sembra escluso, uno spostamento della maggioranza da sinistra al centro.
Il voto centrista è il voto dell’equivoco: consentirebbe alla sinistra di conservare la sua unità e al tempo stesso agli antagonisti di mantenere la loro differenza. I centristi, nelle cui file è rientrato con autorità Marco Follini, rischiano di divenire una posizione subalterna che consente a un tempo l’unità della sinistra e la sua differenza interna. La scelta di FI, della Lega e di An di votare contro il finanziamento si giustifica con il fatto che il modo in cui avviene il rifinanziamento della missione in Afghanistan è contrario a quello che venne stabilito con l’intervento deciso dal governo Berlusconi. Il voto Udc non è in coerenza col proprio passato, ma un passo falso verso un cattivo futuro subalterno, paradossalmente, proprio all’unità della coalizione sinistra sinistra-centro.
bagetbozzo@ragionpolitica.it

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