Star Wars, La minaccia fantasma torna in 3D ma non se ne sentiva il bisogno

Di Simone Fortunato
13 Febbraio 2012
A tredici anni dall'uscita nelle sale, torna al cinema il primo episodio della saga creata da George Lucas. La terza dimensione non aggiunge nulla di significativo al film meno bello dell'esalogia di fantascienza più amata al mondo.

Ormai i fan devono essersi fatta una ragione. Il primo a non aver capito o frainteso  la straordinarietà irripetibile della saga di Star Wars è proprio il suo padre, padrone e creatore, George Lucas. Diciamo questo da fan veraci della saga, quella vera e immortale costituita dagli episodi IV-V-VI non nascondendo una grande delusione mista ad amarezza di fronte alla nuova, non necessaria uscita cinematografica dell’episodio I – La minaccia fantasma. Non si sentiva il bisogno di questo nuova uscita: innanzitutto perché il 3D nasce da una semplice conversione e adattamento del film uscito nel 1999: aggiunge poco, non aumenta il basso tasso di spettacolarità di quello che è considerato unanimemente come il peggior film dell’esalogia.

Anzi la proiezione cinematografica in digitale in 3D (che vuol dire soprattutto un maggior ricorso alla luminosità) evidenzia tutti i 13 anni di età del film. I colori sono poco carichi, i fondali appaiono ancora più irreali, le immagini elaborate in computer grafica poco definite. Si avverte, ancora più che nel momento dell’uscita cinematografica del 1999 un sentimento di inverosimiglianza diffusa che è uno dei tanti punti di debolezza del film. Il che è paradossale: La minaccia fantasma è un film tutto sommato recente ma è invecchiato male, malissimo tanto da apparire in parecchi momenti datato e provvisto di una tecnologia obsoleta che nessun effetto tridimensionale riesce a nascondere. E la stessa impressione non si avverte di fronte alla visione della Trilogia classica: un’epopea ancora “giovane” e coinvolgente  nonostante siano passati ben 35 anni dal concepimento. E lì erano tutti modellini, astronavi di cartone, effetti ottici e illusioni. E, almeno per Una nuova speranza, un budget risicato.

I difetti de La minaccia fantasma sono macroscopici: personaggi statici e poco carismatici per quanto interpretati da grandi attori (Liam Neeson, Ewan McGregor, Natalie Portman, la più in parte di tutti), una commistione dei registri comico e melodrammatico che era uno degli elementi più riusciti nei film interpretati da Harrison Ford & Co. e che qui appare artificiosa e poco bilanciata. Due esempi per tutti: il pathos che non scatta nella scena dell’addio di Anakin bambino a sua madre e il personaggio macchiettistico di Jar Jar, lontanissimo dall’essere quell’elemento surreale e comico, incarnato perfettamente dai due robot R2 -D2 e C-3PO nei capolavori degli anni ’70 e ’80. E ancora: difetti di scrittura. La vicenda è inutilmente troppo complicata, con troppi personaggi in campo e svolte inefficaci (l’addio di Anakin dal pianeta natio, la morte di Qui-Gon Jinn ma anche il rapporto di dubbio gusto che si instaura tra la Portman e il bambinello); inoltre la spiegazione “scientifica” della composizione della Forza, oltre a essere risibile toglie anche quell’aura di misticismo che era stato uno dei punti di forza e di novità dei primi film. Difetti di regia: tanto, troppo spazio viene lasciato alle meraviglie (comunque discutibili)  della computer grafica e troppo poco all’elaborazione di una caratterizzazione efficace dei protagonisti che non bucano mai lo schermo né appaiono mai simpatici.

Tutto ciò incide anche sul ritmo del film, statico e inerte in molti momenti o comunque senza equilibrio, senza baricentro. O si va a tremila all’ora come nella sequenza della “corsa delle bighe” con protagonista Anakin bambino, di grande impatto scenico ma anche troppo lunga e insistita oppure si assiste a interminabili dialoghi che smorzano la tensione. Mancano personaggi forti anche tra i “cattivi”: il senatore Palpatine è tutto tranne che carismatico e terribile come il memorabile Darth Vader e Darth Maul esce di scena troppo presto per suscitare davvero paura e inquietudine. Cosa si salva dunque ? La sequenza della già citata “corsa delle bighe”, il personaggio vitale e indipendente di Amidala/Natalie Portman che prova a non far rimpiangere Carrie Fisher. Il resto è dimenticabile, anzi già dimenticato. Le vere guerre stellari, di armi e di eroi, sono altrove (ed arriveranno in 3D tra qualche anno e dopo qualche altro discutibile episodio).

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