Su Telecom la sinistra delle liberalizzazioni fasulle si rivela per quel che è. Incapace e ostile al mercato

La vicenda Telecom scoppiata in questi giorni è la prova della incapacità della sinistra di governo di affrontare il tema che essa ora cavalca: le liberalizzazioni. Perché la prima liberalizzazione e privatizzazione che la sinistra ha tentato è stata quella della telefonia. Un’avventura dei “capitani coraggiosi” patrocinata da Massimo D’Alema. Allora la privatizzazione finì in una bolla di sapone, perché la Telecom era un boccone troppo grosso per essere inghiottito da una cordata più finanziaria che economica. Da allora le sorti del gruppo sono precipitate sino alla crisi della Pirelli che l’aveva acquistata dopo il fallimento di Colaninno. Oggi la sinistra si ritrova la patata bollente in mano, resa più scottante dalle gestione Tronchetti Provera.
E adesso viene la sfida delle liberalizzazioni vere; la statunitense AT&T e la messicana Movil che fanno al presidente della Pirelli un’offerta superiore rispetto a quello che lui si attendeva, e soprattutto superiore a quello che il mercato italiano gli offriva. L’orientamento della sinistra era cambiato. Questa volta, riconquistato Palazzo Chigi, essa permetteva che il presidente del Consiglio provasse a fare acquistare la Telecom dalla Cassa depositi e prestiti. Insomma, l’esatto contrario della liberalizazione e della privatizzazione.
Appare così chiaro che la sinistra oscilla tra la volontà di conservare il potere pubblico e quella di affidarsi a un privato politicamente e finanziariamente dipendente. Accade così che il governo Prodi liberalizza i taxi e le professioni, è abile quando si tratta di creare un nuovo spazio alla sua arma economica, le cooperative emiliane; tuttavia non è disposto né alle privatizzazioni (che non siano di amici politici) né alle liberalizzazioni. Il criterio della sinistra è quello di acquistare potere per ottenere il consenso. Caduto il mito rivoluzionario, il postcomunismo non ha altra realtà che la clientela politica ed economica. L’unica via per ottenere il consenso è il controllo del potere. Per questo la sinistra liberalizza e privatizza solo in funzione dei suoi interessi politici: privatizza con gli amici e liberalizza quando ciò apre spazio alle cooperative e opprime ciò che è piccolo e privato.
Per ironia della sorte l’unica via percorribile per scongiurare ciò che la sinistra vede come una disgrazia, ossia l’ingresso del capitale straniero a controllo della Telecom, sarebbe chiedere aiuto a Mediaset. È il paradosso dei paradossi. E mostra l’incapacità di governare della sinistra italiana.
bagetbozzo@ragionpolitica.it

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