Reportage da due villaggi cristiani mai visitati da giornalisti dalla fine del conflitto. I bombardamenti israeliani e quelli di Hezbollah. «Confidiamo solo in Dio»
Il santuario in costruzione a Ain Ebel in Libano (foto Tempi)
Prosegue il viaggio di Tempi in Libano per raccontare come il paese sta cercando di rialzarsi dopo la devastante guerra tra Hezbollah e Israele scoppiata in mezzo a una drammatica crisi economica. Puoi aiutarci a sostenere le spese per il reportage attraverso una donazione al Fondo Più Tempi. Per leggere tutti gli articoli della serie clicca qui.
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Ain Ebel e Debel, Libano. La strada che da Tiro conduce a sud, verso il confine tra Libano e Israele, è un’interminabile litania di palazzi distrutti, case sbriciolate, auto bruciate. Dovunque montagne di macerie, edifici di cemento armato accartocciati su se stessi quasi fossero di carta, cavi di ferro e rame aggrovigliati attorno a pilastri che non hanno più un tetto da sorreggere. Su ogni cumulo di detriti è issata una bandiera di Hezbollah. Il “Partito di Dio” continua a dichiarare in televisione di avere vinto la guerra, ma nel sud del Libano “vittoria” fa rima con morte, disperazione, umiliazione a perdita d’occ...