Sull’utilità e il danno dell’Università per il Paese

Di Carlo Galli
30 Settembre 2024
Carlo Galli (Università di Bologna) reagisce al saggio di Lorenzo Ornaghi sull'università, pubblicato su "Lisander", il substack nato dalla collaborazione tra Tempi e Ibl
Foto di Shubham Sharan su Unsplash
Foto di Shubham Sharan su Unsplash

Tra le posizioni critiche a cui il giovane Nietzsche è giunto nelle sue analisi del rapporto fra istituzioni e cultura – mi riferisco a Sull’avvenire delle nostre scuole e alla terza inattuale, Schopenhauer come educatore – c’è la constatazione che la cultura praticata negli Atenei, e di lì diffusa nella società, è solo scienza, sapere applicato, meramente orientato a uno scopo, funzionale allo Stato e al sistema di potere che in esso culmina: l’utilità. Utilità politica perché l’alta cultura plasma e fornisce al Paese l’hegeliano ceto universale dei funzionari, il cervello operativo dello Stato; utilità economica, perché la ricerca scientifica è direttamente produttiva per il capitalismo; utilità comunicativa, perché l’Università promuove una forma e uno stile culturale e sociale esemplato su modelli (stranieri) che generano conformismo; utilità scientifica, perché il sistema accademico produce e riproduce la metodologia della (inerte) misurazione, della (fredda) precisione e della (morta) erudizione.

Sarebbe assurdo ipotizzare […]

Per continuare a leggere prosegui qui o iscriviti a Lisander, il substack di Tempi e dell’istituto Bruno Leoni.

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.