
Superbia
La notizia all’inizio dell’estate mi aveva in realtà sconvolto; una recente indagine, pare credibile, realizzata da enti indipendenti aveva segnato un pesante spartiacque tra le nuove generazioni e quelle più datate. Il tutto sotto il crollo del Flavio nazionale (Briatore) come riferimento primo delle nuove generazioni, come ideale realizzato a cui ispirarsi. Secondo l’indagine di cui sopra, infatti, il nuovo mito dei giovani sarebbe Lapo Elkann, per via della dedizione all’azienda e l’impegno.
A questo punto il discorso dovrebbe ruotare intorno all’invidia che il Flavio ha suscitato per anni sui trenta-quarantenni: ricco, felice, indiscusso leader del mondo della Formula 1, re delle estati folli e delle letterine più sdraiate che scritte. E giù attacchi da tutte le parti contro il Nostro: persino il re dei tromboni rombanti (Giorgio Bocca) ci ha speso prezioso inchiostro. Con quello che lo pagano, Bocca dovrebbe trattare temi più seri del Flavio e dei suoi ricordi giovanili di eccellente speranza del calcio italiano (lui peraltro non avendo speranza). Poi non è eccelso un gran che; del resto chi semina nel vento raccoglie nella tempesta, caro Giorgio. E Bocca ha finito per invidiare a Briatore persino l’ospedale dove ha vinto la battaglia sul cancro. Perché? Perché è in Texas. Cosa non fa l’invidia e l’antiamericanismo.
Ma torniamo alla superbia, che è il titolo di questa settimana. Sconfitto il male, o meglio la malattia che lo aveva colpito, Flavio ha dichiarato che, dopo aver visto la morte da vicino, ha rivalutato i criteri con cui è vissuto e ha ben campato sino ad oggi, dichiarando quindi che, potesse tornare indietro, cambierebbe il 15 per cento di quello che ha fatto nella vita. Mi son detto: «Vuoi vedere che chiude il Billionaire?». Ho preso i pantaloni rossi, la miglior camicia che avevo e sono corso a vedere. No! Briatore era ancora lì, da padrone. Lo si capiva perché mentre tutti, accaldati dall’estate, erano in camicia, la più bella, lui no, in giacca scura a dirigere il traffico. Dunque il Billionaire non è nel 15 per cento di vita riciclabile. Allora gli ho chiesto se lascerà la Renault per la Ferrari, e lui mi ha risposto di no. Ma allora dove cambiamo questo benedetto 15 per cento? Solo nel passato, visto che nei paraggi le veline stazionavano ancora in quantità.
Ecco, la superbia potrebbe essere così, attaccata alla percentuale. Persino un noto slogan sessantottino recitava “cambia la vita prima che la vita cambi te”. E noi nella speranza ci crediamo.
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