
Superbia
Io non ci capisco più niente. E sì che su giustizia, processi e inquirenti per esperienza diretta pensavo di saperne abbastanza. Che dire del titolo del Corriere della Sera “Borrelli scoraggiato: ‘Serve una confessione'”? Certo, è vero che nei tempi d’oro di Mani pulite a una affermazione simile si sarebbe ritrovato con un manipolo di pubblici ministeri pronti a fornirne trecento di confessioni, spesso poi ritrattate in fase dibattimentale o non particolarmente veritiere, ma invocare così miseramente una confessione perché altrimenti non si hanno prove non è un bell’affare, l’immagine dell’eroe di Calciopoli ne risente molto.
Che dire poi del comunicato del pg di Milano sul caso Visco? Non sono emersi «in modo prepotente» elementi che suggeriscano di aprire un’indagine (indagine che poi, però, forse partirà a Roma, poiché tutto è finito sui giornali e così è diventato “prepotente”). Già il lapsus freudiano sul prepotente ma non abbastanza prepotente da essere prepotentemente indagato la dice lunga sulla prepotenza che subiamo. Sapere se il viceministro dell’Economia sia potente, prepotente o pre-trattino-potente sarà anche una bella soddisfazione per i 40 milioni di italiani sbeffeggiati dal Visco, pardon dal fisco, ma non è che adesso si scopre che tutto ‘sto casino è stato fatto per fare Di Pietro ministro e D’Ambrosio senatore e poi tutto torna come prima? D’Alema, pensaci.
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