
Superbike, lo spagnolo Checa domina il Gran Premio d’Australia
Domenica si è disputata a Phillip Island la prima tappa della competizione dedicata alle “derivate di serie”, ovvero moto vendute anche al pubblico e portate all’estremo con elaborazioni aftermarket (parti non originali anch’esse acquistabili da qualsiasi privato). La Superbike è considerata da alcuni la serie B dei motori ma per gli appassionati la SBK è l’arena dei veri gladiatori su due ruote.
Il Gran Premio d’Australia è stato vinto senza troppe difficoltà dallo spagnolo Carlos Checa, in sella a una delle quattro Ducati presentatesi al via nonostante l’abbandono ufficioso della casa di produzione, che per quest’anno ha deciso di impegnarsi solo in MotoGP. La scuderia di Borgo Panigale, che negli ultimi vent’anni ha portato al titolo iridato dodici piloti e vinto ben sedici mondiali costruttori, ha deciso quest’anno per la prima volta di non presentarsi in veste ufficiale per mancanza di fondi, ma ha comunque fornito alla furia Checa un bolide che gli ha consentito di dominare in maniera assoluta tutto il weekend sbaragliando ogni pronostico.
Alle spalle dello spagnolo le telecamere erano tutte puntate sugli italiani Biaggi e Melandri. Max il corsaro, all’alba dei suoi quarant’anni, è il pilota più anziano del circo mondiale, ma anche quello da battere, perché in sella alla sua Aprilia l’anno scorso ha stravinto entrambi i titoli, e infatti anche a Phillip Island si è portato a casa due secondi posti, non senza diverse difficoltà.
Marco Melandri al suo debutto in SBK approdatovi dopo quattro anni da dimenticare in MotoGP non brilla in gara, ma conclude con un “un deludente quinto posto” (a detta del pilota). Decide quindi di stravolgere i settaggi della sua Yamaha R1 da 230 cavalli e si lancia all’attacco di Biaggi, creando uno spettacolare duello che li ha visti sorpassarsi a vicenda sei volte in quattro giri.
Sul podio di gara 2 sono quindi saliti, in ordine d’arrivo, Checa, Biaggi e Melandri, ma il pilota Ravennate si è comunque dichiarato soddisfatto in quanto Max lo ha sorpassato solamente in rettilineo, forte di una moto più veloce. Tempestiva e modesta la risposta del romano: “In rettilineo ero il più veloce perché nessuno faceva l’ultima curva come me”.
Prossimo appuntamento tra un mese esatto il 27 marzo a Donington Park per il gran premio d’Europa, ma prima ancora il 20 prenderà il via a Losail in Qatar il Motomondiale 2011.
Gara-1 (22 giri, km. 97,790) 1. Checa (Spa-Ducati) in 34’16”503 media 171,186 km/h; 2. Biaggi (Ita-Aprilia) a 4”365; 3. Haslam (Gb-Bmw) a 10”719; 4. Laverty (Gb-Yamaha) a 11”266; 5. Melandri (Ita-Yamaha) a 11”293; 6. Fabrizio (Ita-Suzuki) a 12”039; 7. Smrz (Cze-Ducati) a 20”294; 8. Sykes (Gb-Kawasaki) a 20”742; 9. Haga (Gia-Aprilia) a 22”421; 10. Corser (Aus-Bmw) a 25”822; 11. Rolfo (Kawasaki) a 29”270; 12. Rea (Gb-Honda) a 31”059; 13. Camier (Gb-Aprilia) a 31”721; 14. Badovini (Bmw) a 36”389.
Gara-2 (22 giri) 1. Checa in 34’15”041 media 171,308 km/h; 2. Biaggi a 1”188; 3. Melandri a 1”406; 4. Rea a 10”563; 5. Haslam a 10”885; 6. Camier a 16”914; 7. Haga a 17”558; 8. Fabrizio a 17”679; 9. Sykes a 18”070; 10. Xaus a 19”053; 11. Smrz a 19”060; 12. Rolfo a 23”771
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