
Solo la pedanteria buonista poteva farmi diventare simpatico Andrea Agnelli

Non vi perdonerò mai, bip (ogni tanto qualcuno scrive al direttore e devo limitare, per un po’, le parolacce): siete riusciti a farmi simpatizzare per Andrea Agnelli, una mission impossible.
Bip, avete riversato sul progetto della Superlega (una prece) un fiume di orrida melassa qualunquista, perbenista, moralista, populista, demagogista (non esiste il vocabolo? non me ne frega un bip); avete formato una grande chiesa, come canterebbe Jovanotti, che va da Boris Johnson a Paolo Maldini, da Enrico Letta a Pep Guardiola, da Kalle Rummenigge a O. Soriano (una ri-prece), da De Zerbi all’emiro del Qatar. Ci mancava solo un video di Grillo contro il complotto demoplutocratico, ma già aveva fatto danni con l’altro.
Facile stare sul carro del vincitore con Salvini e Macron, Meloni e Merkel, tutti insieme appassionatamente. Non mi frega un bip della Superlega e già mi sta qua quella semplice, la Lega calcio di serie A, ma non sopporto neanche la pedanteria buonista di quelli che si sono presentati come difensori della fede, tribuni della plebe, rappresentanti del popolo, custodi delle tavole della legge.
Bip, avete distrutto tutte le radici della storia europea, avete avvantaggiato il crollo di tradizioni secolari, avete favorito ogni nefandezza etica, ma il calcio no, bip, il calcio deve restare quello della poesia, del sogno. Ma andate a cagare (oh, quando ce vo’, ce vo’, direttore).
Foto Ansa
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