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Tutti per l'Italia. Questo sarebbe il nome che piace a Silvio Berlusconi per andare oltre il Pdl. Una sorta di grande coalizione "da Fioroni a Formigoni" che mandi in soffitta il Pdl (il cui nome e acronimo non piace al Cavaliere) e che riunisca le forze moderate italiane. Dentro il Terzo Polo e il Pd e fuori le estreme (Lega e sinistra radicale).

«Sotto un clima solo apparentemente solidale, nel Pd ci sono molte tensioni. Se l’accordo sul mercato del lavoro non ci sarà, e se il governo andrà avanti, lo scontro tra montiani e laburisti sarà molto duro». Intervista a Peppino Caldarola sull'eterna tentazione della sinistra «di catalogare come “di destra” tutte le posizioni contrarie».

Dialogo aperto sulle riforme politiche tra il Pdl e il Pd. Anche Pier Luigi Bersani ha capito che è autolesionistico non parlare con Berlusconi, sostenendo insieme lo stesso governo. Si riapre il cantiere della politica, che sembrava chiuso con la rinuncia dei maggiori partiti a esercitare le funzioni di governo.

Riforma del mercato del lavoro, ai bei tempi di Berlusconi Repubblica parlava di macelleria sociale, ora di segnale di discontinuità. Lettore del Corriere della Sera paragona Mario Monti a Steve Jobs. Di Pietro festeggia gli anniversari degli arresti. I miliardari di Obama sono buoni, quelli di Romney cattivi.

Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita, oggi senatore Pd, è indagato per aver ricevuto 13 milioni in bonifici da un conto del partito. Francesco Rutelli (Api) ha detto: «Siamo incazzati e addolorati». Pier Luigi Bersani (Pd): «Noi non sappiamo nulla, ma non faremo sconti a nessuno». Guarda il video della canzone di Dori Ghezzi.

Docente di Economia pubblica a Udine, Antonio Massarutto spiega che cosa succederà dopo la vittoria del sì ai referendum sull’acqua: «Le tariffe aumenteranno, non si faranno gli interventi necessari, si tirerà a campare e resteremo senza depuratori e fognature a norma». E sui politici promotori del referendum: «Ho quasi sempre votato per il Pd: ora Bersani mi fa pena e Di Pietro mi inquieta»

Ennesimo flop per il Partito democratico che riempie Roma di manifesti incomprensibili (e abusivi), attirandosi le ironie della rete e di Crozza («Io non so se con Faruk gli iscritti sono aumentati. So però che Faruk ha restituito la tessera»). E vi ricordate quella con Marilyn sul "vento che cambia" e il Bersani venuto dall'oltretomba?

La sinistra e gli organi d'informazione (Repubblica, La Stampa, L'Infedele) contro Roberto Formigoni per la vicenda Ponzoni. Con un'intervista apparsa oggi sul Giornale il governatore lombardo risponde alle accuse e contrattacca: «Quando hanno indagato Penati che era il suo braccio destro, hanno chiesto le dimissioni di Pier Luigi Bersani?».

"In quel grido bugiardo, verificatosi come segnacolo in vessillo del perfetto sprovveduto, stava la verità psicologica sinistra di un'opposizione cieca, senza alternative, determinata solo e soltanto a distruggere per distruggere, incurante dell'interesse all'equilibrio e alla razionalità che, specie in epoca di crisi, dovrebbe guidare le scelte civili"
