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Lo spread è sceso sotto quota 300 ma nessun titolo in prima pagina l'ha fatto notare, diversamente dai tempi in cui al governo c'era Silvio Berlusconi e ogni minima variazione era spunto per un titolo a sei colonne. Se ora lo spread scende è perché il Parlamento appoggia stabilmente Monti, che porta a termine le riforme cominciate dall'ex premier.

Finalmente una buona notizia per Atene. I creditori privati hanno deciso di diminuire il valore nominale dei propri titoli di stato greci e così lo swap è riuscito. Il risparmio complessivo è di circa 100 miliardi. Buona la reazione delle borse, frena Mario Draghi, presidente Bce: «Dobbiamo aspettare, ci vuole tempo».

Chi se la passa meglio, l'Italia o la Spagna? Analizzando i parametri del debito pubblico, del sistema del credito e dell'indebitamento delle imprese si scopre che l'ago della bilancia pende pesantemente dalla parte della penisola iberica, che deve anche fare i conti con un'incidenza del debito totale sul Pil del 390 per cento.

Il fondo salva-stati (Efs) per quanto se ne sa ora sarà dotato di 700 miliardi di euro e una capacità di prestito per 500. L'Italia potrà attingere al fondo e così, come in una sorta di do ut des economico, bilanciare il rigorismo tedesco, la cui impronta rimane su tutto il Trattato europeo. Intato i titoli delle banche vanno bene e lo spread scende

Secondo gli analisti di Crédit Suisse se l'Europa non corre ai ripari il destino della moneta è segnato. Non è solo un problema di debito pubblico, di governi o di riforme. Un'analisi che ricolloca sotto la giusta luce i "disastri" dell'esecutivo Berlusconi e i "poteri taumaturgici" del governo Monti

La crisi è arrivata anche in Germania? È quello che si teme dopo il «disastro»: il fallimento dell'asta dei Bund tedeschi con Berlino che ha collocato solo 3,6 miliardi sui 6 messi all'asta costringendo la Bundesbank ad acquistare il resto, evento mai successo prima. Ma la Merkel continua a dire no agli eurobond, proposti ieri dalla Commissione europea

Se per certi versi lo spread è paragonabile a quello che prima dell’euro era il rapporto di cambio lira/marco, la beffa, per le aziende italiane, è che questa volta non ci sono neanche i risvolti positivi sul lato esportazioni della svalutazione della liretta… Pubblichiamo l'editoriale finanziario di Alessandro Frigerio (RMJ Sgr) che compare sul numero 46/2011 di Tempi, da oggi in edicola

Ieri Piazza Affari ha chiuso con segno positivo: +1,18%. Merito del buon andamento dell'asta dei Bot e della restrizione del differenziale tra Btp decennali e Bund tedeschi. Merito anche della politica che ha trovato un accordo sull'approvazione-lampo della manovra economica entro venerdì. Tremonti: «L'opposizione ha mostrato senso dello Stato»

Ieri Piazza Affari perde il 3,96%, colpite soprattutto le banche. Bruciati in tutto 16 miliardi di capitalizzazione. Lo spread tra i titoli italiani e il bund tedesco si allarga fino a 305 punti e questo comporta 15 mld in più di spese per lo Stato. La Merkel avvisa: «Approvate la manovra, abbiamo fiducia in voi». Napolitano chiede rapidità e serietà a tutte le parti politiche. L'opposizione risponde
