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Ieri a Bengasi, città da cui è partita la rivolta contro il regime di Gheddafi, migliaia di rappresentanti di leader tribali, milizie e politici hanno partecipato a una cerimonia che ha dichiarato la Cirenaica semiautonoma. Nella regione orientale si concentrano la grande maggioranza dei giacimenti di petrolio libici. Ma Tripoli protesta.

Il 17 febbraio di un anno fa i giovani di Bengasi scendevano in piazza e subivano la repressione del governo di Muammar Gheddafi. Un anno dopo la situazione si è invertita e chi ha appoggiato Gheddafi rischia la morte o la tortura. Gli ex miliziani, che non abbandonano le armi, sono fuori controllo e la Costituzione si ispirerà alla Sharia.

Il presidente del Cnt Jalil assicura che la Costituzione della Libia sarà ispirata alla Sharia. Proprio come in Pakistan, dove l'ispirazione ha portato alle leggi sulla blasfemia e agli assassinii del cattolico Shahbaz Bhatti, come del musulmano Salman Taseer. Senza parlare della prigionia di Asia Bibi. Ma anche l'esempio dell'Indonesia non fa presagire niente di buono

Fausto Biloslavo, l'ultimo giornalista italiano ad intervistare Muammar Gheddafi, racconta la morte del raìs: «L’azione è stata combinata dalla Nato per colpire Gheddafi, evitando di consegnarlo al tribunale dell’Aia e di assistere al conseguente show mediatico. Il lavoro sporco è stato lasciato ai nuovi rivoluzionari». Poi un ricordo: «Mi disse: morirò combattendo»

Esultano i ribelli, che hanno conquistato Sirte, città natale di Muammar Gheddafi. Ci sono più versioni sulla sua cattura e sul luogo dove è stato trovato e ucciso. Quando è arrivato a Misurata, portato dai ribelli, era già morto per le ferite riportate alle gambe e alla testa. Silvio Berlusconi: «Sic transit gloria mundi»

Il Gruppo di contatto ha riconosciuto i ribelli del Consiglio nazionale transitorio come «legittima autorità di governo in Libia». Sarà soltanto l'inviato Onu, Abdel-Elah al-Khatib a negoziare un accordo con Tripoli e Bengasi. Gheddafi: irrilevante. I bombardamenti Nato andranno avanti anche per il Ramadan

I ribelli hanno preso Yafran e sono a 70 km da Tripoli. Ieri Gheddafi ha inviato un messaggio audio e uno video, dove afferma: «Non abbiamo paura dei vostri missili, non ci arrenderemo, le tribù sconfiggeranno le truppe armate». Intanto però i raid Nato si fanno più pesanti: distrutti edifici attorno al compound di Gheddafi, colpita anche la residenza del rais
