Elezioni
Il 4 marzo si vota in Russia. Intervista all'imprenditore e politico Konstantin Borovoy, leader del Partito della libertà economica che si dice vicino a Berlusconi e che spiega lo stato del paese: «In piazza contro Putin scendono troppi comunisti e fascisti, troppi slogan contro borghesi e proprietà privata. Noi non ci mescoliamo con loro».

In maggio ci saranno le elezioni presidenziali francesi, ma Nicolas Sarkozy, attuale presidente e leader dell'Ump, non ha ancora annunciato che si candiderà attirando su di sé l'attenzione dei media da settimane. Probabilmente lo farà oggi durante un'intervista a Tf1, mentre rimette in moto la squadra che gli valse la strepitosa campagna elettorale del 2007.

Il candidato cattolico di origini italiane aveva puntato su questi Stati e ha avuto ragione: dopo la vittoria nell'Iowa, ne conquista altri tre. In Minnesota ha preso la metà dei voti, ha ottenuto un buon margine in Missouri e in Colorado. E secondo i sondaggi è il candidato migliore per sfidare Obama.

Intervista a Giuseppe Calderisi (Pdl), esperto di sistemi elettorali: «Esistono sistemi a base proporzionale come in Spagna, che con esiti maggioritari consentono un ottimo funzionamento del bipolarismo. Il sistema non deve permettere unioni solo a scopi elettorali. Casini vuole una legge che gli permetta di fare l'ago della bilancia senza avere i voti».

Wukan, il villaggio che ha obbligato Pechino a cacciare il locale responsabile del partito e anche a indire nuove elezioni, ha votato ieri. Gli abitanti: «Esperienza storica, la più grande conquista del villaggio da 40 anni». Ma gli osservatori fanno notare: «Wukan è un caso unico ma non significa che la Cina è cambiata»

Il premier Wen Jiabao chiede «più democrazia con caratteristiche interne». Se il significato dell'espressione può sembrare oscuro, di certo non si avvicina al senso più comune della parola: dallo scorso agosto la Cina cerca di legalizzare le sparizioni forzate e le irregolarità elettorali non si contano
