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Il Tribunale di Milano, giovedì scorso, ha stabilito che Falce e carrello, libro scritto dal patron di Esselunga Bernando Caprotti che denuncia il sistema di favoritismi di cui godono le Coop, è da condannare e ritirare dal mercato per concorrenza sleale ai danni di Coop Italia. Il giudice del tribunale nella sentenza si allarga e critica addirittura lo stile con cui è scritto il libro. Negli ultimi 10 anni, ritirati solo due testi: uno sulla pedofilia e uno di Travaglio

Intervista a Enzo Iacopino, presidente dell'Ordine dei giornalisti, che lancia un appello: «Noi giornalisti rischiamo di diventare buchette delle lettere. Pubblicando certi dettagli distruggiamo la vita delle persone. Ma cosa c'entrano le abitudini sessuali con i reati? Tacendole non si lede né la libertà di stampa né la completezza dell'informazione»

Durissimo sfogo del presidente dell'Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino: «Le vere carriere da separare sono quelle tra magistrati e giornalisti: le intercettazioni sono pubblicate senza mediazione e fanno a pezzi la vita delle persone. Dov'è il danno alla libertà di stampa se non si pubblica che forse Berlusconi avrebbe detto che la Merkel è una "culona inchiavabile"?»

Per Giorgio Napolitano la riforma della giustizia è un «obiettivo indifferibile». Il procuratore generale di Torino Marcello Maddalena propone a Tempi.it: «Separiamo nel Csm chi ha funzioni disciplinari da chi ha compiti amministrativi e limitiamo, per non dire eliminiamo, l'influenza delle correnti sulla scelta dei magistrati che entrano nel Csm»

L'Unione Europea ha condannato l'Italia perché la responsabilità civile dei magistrati non dovrebbe limitarsi solo ai casi di "dolo o colpa grave". Secondo Luciano Violante «bisogna sottrarre il potere disciplinare, quello che stabilisce la responsabilità civile dei giudici, agli organi di autogoverno di tutte le magistrature»

Pubblichiamo la risposta del Quirinale alla lettera aperta di Luigi Amicone, pubblicata sul numero 38: "Napolitano ha raccomandato che la magistratura svolga i suoi compiti facendo «uso sapiente ed equilibrato dei mezzi investigativi», in specie con riguardo alle intercettazioni «delle quali viene poi spesso divulgato il contenuto pur quando esso è privo di rilievo processuale, ma può essere lesivo della privatezza dell’indagato o, ancor più, di soggetti estranei al giudizio»"

Silvio Berlusconi incontra Napolitano e commenta al Corriere: «È andata bene, benissimo, non si è parlato affatto delle mie dimissioni, ho ribadito a Napolitano che il governo è al lavoro, pienamente in sella e deciso ad andare avanti. Sono in pista». Sulle vicende giudiziarie: «C’è stato e c’è ancora un attacco dei pm contro di me e ancora nessuno ha detto una parola»
