Marina Corradi

Marina Corradi
18 Marzo 2012
Ha fatto carriera, talvolta la sera, girando col telecomando, lo incrocio. Giocava a fare il bastardo, ora sembra lo sia diventato sul serio. Perché mi prende, dopo vent’anni, l’urgenza di ritrovare un amico perduto? Pubblichiamo l'articolo apparso su Tempi 45/2011
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Marina Corradi
08 Marzo 2012
Colpi secchi dati col braccio allargato, perfettamente cadenzati; pause, ogni tanto, a riaffilare la lama con la cote. Che strano sasso, fammelo vedere – faccio io, subito avvicinatami, instancabilmente curiosa
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Marina Corradi
29 Febbraio 2012
Sta sospesa la città. Camion dell’immondizia se ne tornano carichi e lesti alle discariche, come animali notturni dopo la caccia, il ventre pieno. Come fermarmi a contemplare questa luna metropolitana? C’è fretta
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Marina Corradi
16 Febbraio 2012
Qui dovresti stare, mi dice una parte di me. Non vedi? Sei a casa. Non riconosci l’odore del fieno e l’ombra dei cortili, e l’abbaiare dei cani? Come se antiche nonne arzdore, regine di fattorie e focolari, mi chiamassero
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Marina Corradi
10 Febbraio 2012
Il grande freddo che strozza nella notte il getto di una fontana, che spezza i germogli prematuri, è immagine della morte: il tempo è stato colto in un’imboscata da un nemico che, muto, si è messo di traverso al suo cammino. Pubblichiamo la rubrica di Marina Corradi che appare sul numero 6/2012 di Tempi in edicola.
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09 Febbraio 2012
D’un tratto in quel coro sguaiato ti si mostra per un istante così vano il camminare dei turisti, dei sani; e vera invece l’attesa dei vecchi assorti ai bordi della via, come relitti pietosamente restituiti alla terra dal mare
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Marina Corradi
01 Febbraio 2012
Poi, è un istante, la pioggia si fa rapinosa. L’ira covata esplode. Come una donna, che lungamente abbia taciuto davanti ai torti di chi ama e scoppi in un rovinare di rabbia, così è la tempesta che giustizia la tardiva estate
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Marina Corradi
01 Febbraio 2012
Ora li penso non come vecchi, defunti, lontani, ma come due che potrebbero essere miei figli, la barba incerta sulle guance lisce. E la madre? Mi atterrisce l’idea di quel dolore portato dentro per tanto tempo, piombo nel cuore
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Marina Corradi
25 Dicembre 2011
Le facce care, il ronzio della lavatrice, il frigo pieno, questa cucina affollata di oggetti. E una via di Milano come tante. Marina Corradi ringrazia per «ciò che ho sempre visto, senza vederlo davvero». Pubblichiamo l'articolo che appare su Tempi 52, in edicola dal 29 dicembre
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