Con la sua relazione al secondo convegno di Cl sulla scuola nel 1976 il grande filosofo anticipò le sue celebri tesi sul rischio di una resa della Chiesa all’egemonia gramsciana
Anno 1975, Buttiglione spiega perché l’impostazione comunista gramsciana, incentrata più sulla «presa del potere» che sull’interesse del proletariato, non poteva che creare un «condominio fra Pci e capitalismo avanzato»
L’insignificanza dei cristiani inizia con la separazione tra teoria e prassi, tra il lavoro politico e l’esperienza di una Chiesa concreta. In questo progressisti e tradizionalisti non sono poi così distanti. La riflessione di Buttiglione (1975)
Considerazioni di Rocco Buttiglione sull’impegno sociale e politico dei cattolici. Dalle origini della dottrina sociale fino alla novità dell’approccio giussaniano. Correva l’anno 1975
Così 50 anni fa Cl salutava il «graduale ricomporsi di un vasto Movimento popolare dei cattolici». A partire dalla scuola, ma destinato a non fermarsi lì
Vivere nelle fabbriche l’identità cristiana e l’aggregazione generata da essa per non lasciarsi sfigurare dal potere, «qualunque esso sia». Così nel 1973 si concludeva il convegno di Cl Lavoratori, anima del futuro Movimento Popolare
Quando nel 1973 Formigoni e Folloni elevarono i circoli di immigrati a esempio di resistenza contro i nemici della liberazione: «Per unirsi bisogna avere una propria faccia»
Così nel 1973 durante un convegno di Cl Lavoratori, una delle anime del futuro Movimento Popolare, Formigoni e Folloni rivalutarono il comunismo contro il “compromesso storico” fra Pci e Dc
Tra le “tesi per il Movimento Popolare” sulla gestione dell’economia, la sorprendente attualità di alcuni giudizi su fenomeni come la globalizzazione e lo statalismo
Il fatto cristiano non solo cambia la vita del singolo, ma fonda un popolo, ed è il popolo – non le élite – che deve guidare la vita di un paese. Ancora sulle “tesi per il Movimento Popolare”