Morsi ritira in parte la dichiarazione costituzionale che l'ha reso dittatore ma gli resta il potere di emanare altri decreti simili. Il referendum sulla Costituzione si terrà nonostante l'esercito in strada e le vittime il 15 dicembre. L'opposizione protesta.
Morsi, il cui gradimento è sceso al 57 per cento, ha fissato la data per il referendum dell'approvazione della Costituzione: si voterà il 15 dicembre, ma i giudici in sciopero non controlleranno la regolarità del voto.
Intervista al portavoce della Chiesa cattolica egiziana p. Rafic Greiche: «La Chiesa si è rifiutata in modo categorico di tornare indietro e votare una Costituzione inaccettabile. L'Egitto oggi è una dittatura ma la Chiesa è unita».
Dopo la presa del potere in modo dittatoriale da parte del presidente egiziano Mohamed Morsi, Francia e Germania commentano imbarazzati: «Siamo preoccupati, non ci sembra che si vada nella giusta direzione». Repubblicani ci vanno già pesante.
Persino Ahmed Fahmi, membro della Fratellanza e capo della Shura, critica la mossa con cui Morsi ha accentrato nelle sue mani tutti i poteri dello Stato: «In questo modo ha nettamente diviso il paese tra islamisti e civili».
Questa settimana un terzo dell'Assemblea costituente egiziana ha abbandonato i lavori: «L'Assemblea sta lavorando per costruire uno Stato islamista e non uno Stato di unità nazionale».
Fondazione Oasis, fondata dall'arcivescovo di Milano Angelo Scola, ha organizzato ieri sera l'incontro “Religione, società plurale e bene comune”. Cronaca.
Tawadros II ha detto: «La chiesa non deve avere alcun ruolo politico. Se politica e religione si incontrano, si rovinano a vicenda. Per lo sviluppo della società la chiesa incoraggia i suoi figli a entrare nei partiti».