Almeno 11 persone sono morte ieri in Nigeria e 30 sono rimaste ferite in un attacco terroristico che ha colpito una chiesa protestante nella più grande caserma militare del nord della Nigeria a Jaji, nello stato di Kaduna.
A pronunciare la frase incriminata sarebbe stato un sarto, che avrebbe usato la parola "Chibuike" (abito), ma sbagliando la pronuncia avrebbe detto "il Profeta è venuto al mercato"
È la prima volta che una chiesa del Sud del paese viene attaccata. La fede e il lavoro per il dialogo interreligioso di monsignor Ike possono aver infastidito i terroristi.
Il Premio Pax Christi International a monsignor John Onaiyekan. L'arcivescovo di Abuja è stato premiato per il suo impegno a favore del dialogo interreligioso
Abdulaziz, numero due di Boko Haram, ha chiesto al governo nigeriano di trattare la pace ponendo le sue condizioni: «Non siamo contro lo Stato ma contro le forze di sicurezza, che ci uccidono».
Parla mons. Matthew Man-oso Ndagoso, arcivescovo di Kaduna: «Un atto vile, barbaro e orribile, che ogni persona comune non può che condannare. Non è pensabile che qualcuno possa commettere azioni simili».
Almeno dieci morti e 145 feriti è il bilancio di un'altra domenica di sangue in Nigeria. A Kaduna un kamikaze si è fatto esplodere in chiesa: almeno sette morti. Poi la rappresaglia dei cristiani.
Istituzioni contro jihadisti. Nomadi fulani contro contadini berom. Settlers contro native people. Non sono solo i terroristi di Boko Haram a fare stragi a Jos. Reportage
Qui gli islamisti hanno squarciato i corpi di donne incinte, mutilato, ammazzato a colpi di machete persone che avevano l’unica colpa di credere in Gesù. Così in Nigeria la violenza continua ma non spegne la fede. Viaggio a Jos