no tav
In un'intervista a tempi.it, Sandro Plano, presidente della comunità montana, ammette che la situazione in Val di Susa è ingestibile. «C'è di tutto in un movimento. Da Askatasuna agli scout». «Dico che preferisco cento "pecorella" ad una manganellata. È stato montato un episodio irrilevante». Poi se la prende con Sallusti, Berlusconi e Bossi

Scontri, feriti, blocchi, arresti, minacce alla stampa: "Se fossimo a capo di un gruppo extraparlamentare, con alle spalle un disegno eversivo e la necessità di addestrare militanti all'azione cruenta, il posto migliore dove allenare la squadraccia sarebbe la Val di Susa". L'alta velocità non c'entra più, è in atto una sfida eversiva all'ordine pubblico.

«Questi ragazzi sono profondamente staccati dalla realtà perché vivono staccati dai veri problemi dell’uomo». Nessuno li ha mai introdotti a un'esperienza che fosse una vera ricerca di «che cosa, realmente, risponde al bisogno profondo della condizione umana». Tutto è contro, tutto è ostile, tutto è recriminazione. Intervista a Aldo Brandirali

Il movimento "No tav" non può intorbidire le acque e cercare di dipingere lo Stato italiano come dittatoriale e fascista. Il fascismo, semmai, cresce e prospera tra coloro che credono, magari in buona fede, di essere i suoi antagonisti e che coltivano il qualunquismo e l'antipolitica e gettano il seme del disimpegno politico.

Il giornalista Robi Ronza, esperto in politiche delle identità locali, consiglia dai microfondi di Radio Tempi di tornare al dialogo in Val di Susa e di andare a vedere perché in Francia nessuno si lamenta: «Il cantiere del nuovo tunnel ferroviario di base del San Gottardo, Alp Transit, non disturba nessuno e non ha impatto ambientale. Io sono andato a vedere»

«Sono ragazzi che protestano non perché vogliono cambiare il sistema, come l'abolizione degli ordini professionali o la liberalizzazione del mercato del lavoro. Semplicemente, rivendicano la loro porzione. Cioè vogliono pensioni, sovvenzioni, contratti a vita, o tutto quel welfare che hanno avuto i loro genitori»

Le informative dei servizi, un solo fermo di controllo prima della manifestazione, la scelta di proteggere soprattutto i palazzi del potere, le spranghe e le molotov introdotte malgrado la bonifica . Fonti investigative altamente qualificate raccontano a Tempi.it punti di forza e lacune nel servizio di ordine pubblico per la manifestazione di Roma
