piazza tahrir
Ieri sono avvenuti gli scontri più sanguinosi da novembre davanti alla sede del governo. I manifestanti chiedevano le dimissioni del governo e l'abbandono del potere da parte delle forze armate. I soldati li hanno attaccati: otto morti e 300 feriti. Il premier Ganzuri: «L'Egitto ha bisogno dell'unità, siete dei controrivoluzionari»

Ieri è stato il primo giorno di elezioni in Egitto per nominare il Parlamento. Si va avanti oggi, poi il 14 dicembre e il 3 gennaio. I Fratelli Musulmani vengono accusati di irregolarità ma non ci sono stati incidenti. Affluenza alta, tante le donne nei seggi. Piazza Tahrir divisa tra chi boicotta il voto e chi pensa che sia l'unico modo per affrontare l'esercito

Intervista al videoreporter per Reuters e Associated Press Simon Hanna: «I Fratelli Musulmani fanno campagna elettorale fuori dai seggi insieme ai salafiti e a tanti altri, anche se è vietato. In piazza Tahrir chi boicotta il voto lo fa perché non vuole legittimare l'esercito, che potrebbe sfruttare a proprio favore la buona riuscita delle elezioni»

Tra sabato e domenica 13 morti e migliaia di feriti. I manifestanti in piazza Tahrir chiedono all'esercito di lasciare la guida del Paese. Dura la reazione delle forze armate che spara sulla folla. Le elezioni del 28 novembre sembrano a rischio, i Fratelli Musulmani chiedono che non vengano rinviate o sarebbe un «colpo di Stato»

Parla Rachele, studentessa italiana al Cairo: «La casa in cui stavamo studiando domenica si affacciava proprio sulla strada del corteo, abbiamo visto l'esercito sparare sulla folla e fare una strage. Sono certa che l'origine degli scontri non è dovuta ai cristiani né ai musulmani del popolo. Anche molti musulmani temono il fondamentalismo, lo stesso giorno della strage musulmani e cristiani hanno marciato insieme per chiedere libertà religiosa»

La dinamica degli scontri è frammentaria e contraddittoria. Secondo il ministero della salute sono più di mille i feriti in Egitto, al Cairo, dopo scontri con l'esercito causati da un gruppo di persone che avrebbe tentato di assaltare prima un teatro, dove si commemoravano alcune vittime della rivolta araba, e poi il ministero dell'Interno
