Ora che nulla distingue il mese dell'orgoglio lgbtq+ dagli altri 11 mesi, che tutti zompano sui carri e l’arcobaleno è stato brandizzato, come si mantiene lo status di discriminati? «Inizia a indottrinare i bambini e rinvigorirai l'omofobia»
I “Queer ”, i “Fattiest”, i “Vegans”, gli “Animal Rights Activists” per Gaza, il Pride di Bergamo contro “!sraə lə”, la bandiera della Palestina sul Duomo di Milano. Ogni giorno ha la sua élite impegnata a “palestinizzare” le paranoie occidentali
Ultima generazione spiega ai giudici la Laudato Sì', «imbrattiamo perché lo vuole la Costituzione, l'Onu ma anche Francesco». E Just Stop Oil blocca la parata dell'orgoglio: «Imbarazzanti sponsor tossici»
Quando fu eletto venne esaltato dalla sinistra perché simbolo del multiculturalismo anti Trump. Adesso che, come islam comanda, censura gli lgbtq, tanti si sentono traditi. Cortocircuito politicamente corretto
Le scuole del Maryland negano alle famiglie il diritto di rinunciare a libri e insegnamenti Lgbt. Scoppia la protesta di adulti e ragazzi («Così non rispettate la nostra fede») e il consiglio fa spallucce («Siete come i suprematisti bianchi»). Altro che parata arcobaleno
Il movimento più adulato dalle élite e coccolato dal marketing frigna per il mancato patrocinio dei governatori contrari all'utero in affitto. Puntando sull'anacronistica narrazione della minoranza oppressa dai “talebani cattolici"
Cosa resta del mese dell’orgoglio ora che il transgender è diventato l’eroe delle élite e l'attrazione per lo stesso sesso è chiamata "transfobia”? Poco più di un’opportunità di marketing. Rischiosissima per gli alfieri di cause (e merchandising) arcobaleno
Giugno è il mese della sbronza arcobaleno, le aziende fanno a gara a salire sui carri per fare rainbow-washing. Tra cause e denaro non ci sono più muri