primavere arabe
Intervista a Samir Khalil Samir, gesuita, docente di storia araba e islamologia all'università di Beirut: «I giovani sono stati spinti alla ribellione dall'urgenza di libertà e di giustizia. I fondamentalisti islamici con il sostegno anche finanziario dell'Arabia Saudita e dei Salafiti hanno preso il sopravvento».
"Sfide culturali e politiche" propone un ciclo di incontri per comprendere cosa è accaduto nei paesi arabi dopo la "Rivoluzione dei gelsomini". Un convegno organizzato da Alfredo Mantovano, che vedrà a confronto il ministro degli Esteri Terzi di Sant'Agata e gli ambasciatori di Tunisia e Libia. E che si concluderà con un "processo" a Gheddafi.
Intervista a Luigi Geninazzi, inviato di Avvenire, che spiega a tempi.it la situazione in Siria e perché la Russia non mollerà Assad fino alla fine: «È l'unico alleato che gli rimanga in una zona geopolitica fondamentale come il Medio oriente. Il problema è che tra gli oppositori del regime ci sono salafiti armati e uomini di Al Qaeda. La guerra civile è già iniziata»
Il pericolo che la Rivoluzione del 25 gennaio possa finire molto male non sta principalmente nel problema dei rapporti fra civili e militari, ma nella capacità o meno delle nuove autorità di invertire il declino economico e di rispondere alle attese degli egiziani poveri, che rappresentano la maggioranza della popolazione.
Il fossato fra sunniti e sciiti continua ad allargarsi, come dimostrano i ripetuti, sanguinosi reciproci attentati. Intanto la Turchia appare sempre più risucchiata nel ruolo di grande protettore degli arabi sunniti di ideologia islamista, vittime di persecuzioni da parte di governi sciiti o quasi sciiti (gli alawiti di Siria) amici dell'Iran
L'attivista tunisina di Amnesty International Asma Heidi Nairi smonta alla Stampa l'immaginario secondo cui la Primavera araba è stata la «rivoluzione dei social network»: «La rivoluzione l'abbiamo fatta andando in strada, mica stando davanti al pc. Purtroppo in Occidente c'è questa convinzione, ma non è così»
Il Time elegge persona dell'anno il "manifesante". Intervista al giornalista Mauro della Porta Raffo, che dichiara a Tempi.it: «Sono indignato, il Time si prostra sempre davanti al politically correct ma dire che tutte le proteste sono legittime è follia». E sul ritiro americano dall'Iraq: «Non hanno portato la pace, non è giusto»