La persecuzione religiosa in Tunisia colpisce i sufi, musulmani giudicati eretici dai salafiti. Il governo promette di proteggerli ma «arriva troppo tardi».
Intervista a Ilaria Guidantoni, scrittrice e giornalista, a due anni dalla cacciata in Tunisia del dittatore Ben Ali: «Ennahda è riuscito a rassicurare il popolo in un primo momento, ma ora si capisce che non sa come gestire l'economia».
Mohamed al-Magariaf si trovava nel sud in missione diplomatica. A metà dicembre il governo libico nel tentativo di riprendere il territorio ormai in mano alle milizie armate, aveva dichiarato il sud della Libia "zona militare".
Il 17 dicembre 2010 il tunisino Bouazizi si dava fuoco per protestare, dando inizio alla Primavera araba, che ha fatto cadere i regimi di Tunisia, Libia e Egitto. Nei tre paesi, però, ora comandano confusione, crisi e estremismo islamico.
Il presidente dei Fratelli Musulmani ha deciso che da oggi al 23 dicembre le canzoni troppo «emotive» non dovranno essere trasmesse «perché non sono canzoni appropriate allo stato attuale del paese».
L'economia egiziana è al collasso. Per tirarla su servono i 4,8 miliardi di dollari di prestito del Fondo monetario internazionale. Ma Morsi ha fatto cambiare idea agli investitori.
Condannato a tre anni di prigione Albert Saber. Attivisti preoccupati dai Fratelli Musulmani, che potrebbero interpretare in senso islamista una Costituzione «vaga».
Il leader salafita Saeed Abdel-Azim ricalca la richiesta del leader di Al Qaeda Al Zawahiri e afferma: «Organizzeremo una rivoluzione islamica di massa in Egitto».
Morsi ritira in parte la dichiarazione costituzionale che l'ha reso dittatore ma gli resta il potere di emanare altri decreti simili. Il referendum sulla Costituzione si terrà nonostante l'esercito in strada e le vittime il 15 dicembre. L'opposizione protesta.