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Scontri, feriti, blocchi, arresti, minacce alla stampa: "Se fossimo a capo di un gruppo extraparlamentare, con alle spalle un disegno eversivo e la necessità di addestrare militanti all'azione cruenta, il posto migliore dove allenare la squadraccia sarebbe la Val di Susa". L'alta velocità non c'entra più, è in atto una sfida eversiva all'ordine pubblico.

Continuano gli scontri in Siria, dove ha trovato la morte il giornalista di France 2. Però si raccontano solo le atrocità del regime sui manifestanti, tacendo invece sui attacchi dei "pacifisti" contro i comuni cittadini. Riceviamo e pubblichiamo l'email di Pierangela Zanzottera, dottoressa italiana sposata con un cittadino siriano.

Ieri sono avvenuti gli scontri più sanguinosi da novembre davanti alla sede del governo. I manifestanti chiedevano le dimissioni del governo e l'abbandono del potere da parte delle forze armate. I soldati li hanno attaccati: otto morti e 300 feriti. Il premier Ganzuri: «L'Egitto ha bisogno dell'unità , siete dei controrivoluzionari»

Tra sabato e domenica 13 morti e migliaia di feriti. I manifestanti in piazza Tahrir chiedono all'esercito di lasciare la guida del Paese. Dura la reazione delle forze armate che spara sulla folla. Le elezioni del 28 novembre sembrano a rischio, i Fratelli Musulmani chiedono che non vengano rinviate o sarebbe un «colpo di Stato»

Povero Er Pelliccia, il giorno dopo gli hanno pure ritirato la patente di indignato. Troppo impresentabile Fabrizio Filippi per simboleggiare la pura protesta, con quei pantaloni abbassati fin sotto l’elastico delle braghe, il tattoo sulla pancetta e quel ridicolo nomignolo da sfasciavetrine de Cesaroni de noantri.

Il sottosegretario agli Interni spiega cosa è avvenuto alla manifestazione degli Indignados di Roma. Difende l'operato del governo e della polizia, ma spiega che servono nuovi strumenti per fermare i facinorosi: «L’arresto in flagranza differita è uno strumento fondamentale». Chiudere i centri sociali? «No, vanno chiusi quelli in cui ci sono di strumenti tesi a ledere le persone»

Giampaolo Pansa ha commentato a Radio Tempi i tragici fatti dello scorso 15 ottobre. Per il giornalista la violenza esplosa a Roma è figlia del cosiddetto fenomeno dei cerchi concentrici: «Dove il primo cerchio è rappresentato dai violenti, il secondo da quelli disposti ad aiutarli. Infine c'è un terzo cerchio, dove i membri condannano i violenti ma in realtà li appoggiano. Ecco perché è difficile placare i disordini intervenendo solo sul gruppo che attacca»
