Turchia
Ieri una delegazione di rappresentanti della Chiesa cattolica, guidata dal presidente della Commissione episcopale turca, l'arcivescovo Ruggero Franceschini, ha chiesto al Parlamento che la Chiesa possa essere riconosciuta persona giuridica, «cosa che non può essere negata a un'istituzione viva e operante nella società come la Chiesa».

Ammar Cheikh Omar, siriano 29enne e soldato dell'esercito di Assad, racconta al New York Times come è riuscito a disertare e scappare in Turchia e che cosa è stato costretto a fare nel suo paese: «Ero orgoglioso di essere siriano e invece sono diventato un soldato per un regime che voleva uccidere il suo stesso popolo».

In Croazia l'adesione del paese all'Unione Europea è stata approvata dai due terzi dei votanti in un referendum popolare, in Finlandia il primo turno delle presidenziali vede in ballottaggio due candidati europeisti. La regola base della geopolitica è confermata: i piccoli Stati tendono sempre a prendere parte a grandi alleanze organiche

Il fossato fra sunniti e sciiti continua ad allargarsi, come dimostrano i ripetuti, sanguinosi reciproci attentati. Intanto la Turchia appare sempre più risucchiata nel ruolo di grande protettore degli arabi sunniti di ideologia islamista, vittime di persecuzioni da parte di governi sciiti o quasi sciiti (gli alawiti di Siria) amici dell'Iran

Così le nuove democrazie del Nordafrica studiano il boom della cugina Turchia. Tra il liberalismo coranico dei Fratelli Musulmani e le sparate degli ultraislamisti salafiti. Che promettono di vietare i bikini a Sharm el Sheik. Anticipiamo l'articolo di Tempi che uscirà sul numero 51/2011, in edicola da giovedì 22 dicembre

Intervista al giornalista turco İsmail Saymaz, che ha pubblicato "Nefret", odio, un libro che racconta gli attacchi contro i missionari avvenuti in Turchia nell'ultimo decennio. L'autore dichiara a Tempi.it: «In Turchia i missionari sono in pericolo, subiscono 10 attacchi all'anno, i libri di scuola e i fanatici li descrivono come "minaccia per la nazione"»

Il giornalista del quotidiano economico ha spiegato a Radio Tempi che certi diritti acquisiti sono ormai divenuti insostenibili. Il mondo sta andando da un'altra parte. «La Panda prodotta in Italia costa alla Fiat mille euro in più rispetto ad altri paesi in Europa». Ora, il punto è: «Chi è in grado di spiegare gli effetti positivi dei sacrifici che dobbiamo fare?»
