Le chat di Turetta e Cecchettin spiattellate sui giornali. Le telefonate della mamma di Yara su Netflix. Il video della morte di una ragazza da condividere via social. Com’è facile cadere nel tranello dell’intrusione senza comunione
Yara Gambirasio
Chi ha consegnato quei video ai giornalisti? Lo ha fatto dietro compenso? Perché non c’è nemmeno un magistrato che indaghi su questa palese fuga di notizie? È tutto normale? Perché è diventato normale?
Le immagini del colloquio privato in carcere tra Massimo Bossetti e la moglie su tutte le tv e siti web. E nessuno dice nulla. Intervista a Riccardo Polidoro (Ucpi)
«E se non piangi, di che pianger suoli?» (Inferno, canto XXXIII) Ora che il nome di Sarah Scazzi non fa più impennare l’audience; ora che il processo d’appello per l’omicidio di Chiara Poggi non produce colpi di scena; ora che anche la verità su Yara è in attesa di sviluppi… Ecco, ora c’è nuovo pane […]
Oltre la singolarità delle vicende, esistono ragioni comuni alla lunga sequela di obiettivi fallimenti della giustizia italiana. Sono ragioni strutturali e culturali
L'avvocato del muratore accusato di omicidio: «Ha dato una sua spiegazione sul perché il suo dna si potesse trovare sugli indumenti di Yara. È innocente e lo dimostreremo: l'esame del dna va rifatto davanti alla difesa»
Alcuni attrezzi rubati al muratore sospettato di essere l'omicida, tra cui potrebbe esserci l'arma del delitto, potrebbero spiegare la presenza del dna dell'uomo sugli indumenti della vittima.
Spigarelli, presidente dei penalisti italiani: «Andrei cauto nell'idolatrare la prova del dna. Anche quella dei telefonini è una prova imprecisa. Il giudizio immediato toglie garanzie all'indagato»
Il pm che ha condotto le indagini: «La certezza investigativa l'abbiamo, la traccia genetica è molto significativa, ma continuiamo ad indagare».
Ieri il gip non ha convalidato il fermo, ma ha disposto l'ordinanza di custodia cautelare. Bossetti: «Il mio cellulare ha agganciato Mapello perché è lì che vivo. Poi si è scaricata la batteria». La madre: «Massimo non ha fatto niente»