Al diavolo piacciono le prediche sulle tasse (basta che non si accenni alla pressione fiscale)

Di Berlicche
23 Giugno 2013
Non c’è retore di bon ton fiscale che non ci ricordi che “le tasse vanno pagate”, con buona pace del sarto che a Bologna versa allo Stato il 77 per cento del suo reddito

Mio caro Malacoda, volevo sottoporre alla tua attenzione alcuni dati che ti prego di considerare non in chiave politica ma sotto l’aspetto strettamente etico. Dovresti avere imparato ormai che il primato dell’etica pubblica è ciò che ci consente di fare e disfare in questo mondo senza doverci curare troppo delle ragioni e della verità delle cose. L’affermazione della coerenza comportamentale come principio primo ci permette di attraversare indenni tutte le incoerenze logiche e fattuali di cui una persona intelligente potrebbe accusarci.

Ma veniamo ai numeri di cui ti parlavo. Li desumo da una fonte insospettabile, il gazzettino quotidiano del moralismo pubblico alternato: un giornale italiano che si chiama la Repubblica. Premessa: si parla di tasse. Il dovuto a Cesare su cui sempre ci si sofferma quando si cita il Nostro Nemico, tralasciando di interrogarsi che cosa intendesse nella seconda parte del suo celebre aforisma quando parlava di un non ben quantificabile “quel che è di Dio”. Da lì in poi non c’è retore di bon ton fiscale che non ci ricordi quotidianamente che “le tasse vanno pagate”, e che la “lotta all’evasione fiscale” è il compito primario di qualsiasi governo che voglia fare dell’Italia un paese normale, anche perché – si aggiunge – con i proventi di questa lotta (si stimano 150 miliardi di euro annui di evasione) si risolverebbe ogni problema economico italiano.

C’è chi anche a sinistra (la lotta all’evasione è un po’ come la difesa della Costituzione, dovrebbe essere un impegno di tutti ma a sinistra la sentono come una loro bandiera personale, dettandone i modi e i contenuti) fa notare che eliminare d’un colpo tutta quella ricchezza sommersa avrebbe come prima conseguenza concreta il toglierla dall’economia reale con la chiusura di migliaia di piccole imprese e conseguenze disastrose per l’occupazione e anche per le casse dello Stato (lo dice il professor Ricolfi), ma in pochi gli fanno eco. Dicevo, i numeri. La pressione fiscale reale totale di un bottegaio di Firenze è del 72,77 per cento del reddito d’impresa. Per dare a Cesare quello che Cesare reclama, gli occorrono 261 giorni del suo anno lavorativo, quasi nove mesi su dodici. Più sfortunato di lui il negoziante (in regola) di Napoli, che salda il suo debito con lo Stato in 272 giorni, lasciando nelle sue casse il 74,61 per cento del suo fatturato. Ma c’è chi sta peggio, il sarto che disegna moda e cuce vestiti nella moderna ed efficiente Bologna taglia e cuce per il fisco 282 giorni l’anno, nelle tasche dei suoi pantaloni resta meno del 23 per cento del suo lavoro, il 77,23 viene prelevato dalla mano pubblica.

Perché ti scrivo tutto questo? Non certo per sposare la tesi che dice che la lotta all’evasione fiscale passa attraverso la diminuzione della pressione fiscale. Ti ho già detto che la politica non è nei miei interessi. Mi interessa invece la corruzione dei cuori e il come si possa favorirla. Uno dei metodi più sicuri è prendere una parola, una sola, del Nostro Nemico ed esaltarla nella sua imperatività morale: date a Cesare quel che è di Cesare. A Cesare, nello stesso tempo, non dobbiamo far sapere quello che il Nostro Nemico ha suggerito di chiedere ogni giorno a suo Padre: «Non ci indurre in tentazione». Cesare potrebbe diventare saggio e gli uomini improvvisamente virtuosi. Non va bene.
Tuo affezionatissimo zio Berlicche

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10 commenti

  1. ragnar

    Se tra qualche anno la situazione è ancora così, io mi trasferisco a Lugano, imparo il ticinese (per meglio integrarmi nel Canton Ticino) e impongo a tutti i miei dipendenti la conoscenza della lingua ticinese.
    Se lo stato italiano mi obbliga a pagare le tasse anche in quel caso, io semplicemente rispondo picche. Voglio proprio vedere come fanno a costringermi a pagare.

    1. giovanni

      Il trasferimento ti conviene farlo subito!

  2. marzio

    Lo Stato ha troppo adempimenti, attualmente, Patto di stabilita, fondo salvastati, signoraggio bancario e relativi interessi,ecc. Inoltre la grande evasione fiscale ed elusione alle stelle, gli elevati costi per accogliere e mantenere i “profughi”,e via dicendo, non lasciano purtroppo molti margini per una legittima riduzione del carico fiscale.

  3. Cisco

    Sostenere che la lotta all’evasione fiscale passa attraverso la diminuzione della pressione fiscale è una bella teoria inapplicabile dati i vincoli di bilancio. Inoltre non si capisce come si possa attuare, dato che la stragrande maggioranza dell’evasione riguarda IVA e lavoro nero.
    Se la pressione fiscale “reale” è così alta è proprio a causa dell’evasione, è per questo che molti imprenditori sono favorevoli alla lotta all’evasione (prima) purché questa vada a ridurre le imposte sulle imprese, prima fra tutte l’IRAP (la famosa imposta rapina che Lega e PDL promettevano di abolire).

    1. giovanni

      Alcuni dati, dicono che in questi anni la guerra all’evasione fiscale è aumentata. Qualcuno può forse dire che la pressione fiscale è diminuita?

      1. Cisco

        Appunto, dovrebbe essere ridotta e invece gli ultimi governi continuano a utilizzare le (comunque ancora poche) risorse recuperate dall’evasione per scopi diversi dalla riduzione delle imposte sulle imprese. Ma se non riescono così a maggior ragione avranno difficoltà a farlo senza lotta all’evasione.

        1. marzio

          Hai ragione Cisco , le usano per foraggiare la troika o banche d’affari come MPS goldman sachs,Jp morgan,.ecc.direttamente o indirettamente.Però la colpa della elevata pressione fiscale è di quel 90% degli italiani (quelli che non appartengono alle Elites) e che sono lavativi, fannulloni, spreconi, brutti e cattivi e che campano alle spalle dello Stato, il quale non fa altro che mungere le categorie “produttive” tipo grandi banche, speculatori vari, grandi evasori , il mondo politico ed affini vari.Semplice. no?

    2. giuliano

      Se la pressione fiscale “reale” è così alta è proprio a causa dell’evasione, dice il sig Cisco. Ma è una balla e si può invece dire che l’evasione è alta perché la pressione fiscale è alta. Negli anni 60 l’evasione era sostenuta ma la pressione fiscale era molto più bassa di ora, e allora coma la mettiamo sig Cisco ?? la verità vera è che la pressione fiscale è alta perché abbiamo un WEelfare stellare imposto da una visione sindacal-socialista del lavoro e della società, e fino a che non c’era la crisi mondiale ciò si riusciva a nascondere, ora non più

      1. Cisco

        Non è na balla, è un calcolo matematico. Non parlo delgi anni 60, ma di oggi: la pressione reale è più alta di quella nominale perché quei poveracci che pagano fino all’ultimo centsimo lo fanno anche per conto di quelli che evadono.

  4. giovanni

    Piccole e medie imprese l’hanno capito molto prima del professore Ricolfi che se non si evade si chiude.

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