I sopravvissuti della piccola comunità cristiana di İskenderun, dimenticato il proprio dolore in poco tempo, si sono organizzati per aiutare chi era più nel bisogno
Una vista dall'alto di Iskenderun, Turchia, dopo il terremoto
L'autore di questo articolo è il primo vescovo di nazionalità turca, ordinato il 25 novembre scorso, guida la diocesi di Tubernuca ed è ausiliare del Vicariato dell’Anatolia
Il 25 novembre sono stato consacrato come vescovo titolare di Tubernuca e vescovo ausiliare del Vicariato apostolico dell’Anatolia. Era il 2005 quando entrai a Genova nel noviziato della Compagnia di Gesù, primo gesuita di nazionalità turca, e oggi il Signore mi chiama a servire la mia terra come il primo vescovo turco. Come ogni fedele che riconosce gli innumerevoli doni del Signore nella propria vita, non posso fare a meno di cantare anch’io insieme a Maria: «Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome» (Lc 1,49). Tutto, infatti, è dono e pura magnanimità.
A metà novembre mi sono ritirato a Büyükada, un’isola in mezzo al mar di Marmara, per vivere i miei esercizi spirituali (EESS) prima della mia consacrazione avvenuta nella basilica di Sant’Antonio a Beyoğlu. Gli esercizi, dono prezioso di s...