Te Deum per tutti i miei “grazie”

Di Fabio Cavallari
29 Dicembre 2024
Per la tossica, per le prostitute, per mia madre, per i compagni e per la vita, il caldo e il freddo

Ringrazio il cielo, perché è l’unico gesto che mi avvicina all’Infinito, perché in questo 2024 oramai allo scadere, ho incontrato, inciampato, abbracciato, tenuto per mano.

Grazie a quella ragazza tossica che mi ha chiesto soldi e poi è scoppiata in un pianto che conteneva per intero la sua genesi.

Grazie a quelle prostitute che nel loro darsi non dimenticano mai, ogni anno, di donare soldi alla loro parrocchia.

Grazie ad un Amico, con la A maiuscola, che posso dire, io figlio unico, essere un fratello, che non ha mai perso la fiducia in me, anche quando le circostanze muovevano in verso contrario. La sua amicizia è una perla preziosa, acqua corrente, cui riverso la mia gratitudine. Grazie ad un uomo delle Istituzioni lombarde che da due anni, frequento ogni settimana, perché vuole confrontarsi con me, ma soprattutto offrirmi il suo bene. La nostra è un’amicizia “impastata” di parole, azioni ed affetto personale.

Grazie a mia madre, che a 88 anni si gode il lusso di prendermi per i fondelli.

Per i vecchi “compagni”

Grazie ad un punk degli anni ’70, oggi editore, che mi ha fatto guardare la libertà con una fedeltà figlia della bella anarchia.

Grazie ad una donna che mi ha dato l’opportunità di starle accanto nella difficile fase di accompagnamento nell’ultimo tratto di vita del padre, con lei ho vissuto la sofferenza e la fatica ma anche una straordinaria bellezza.

Grazie a tutti coloro che mi hanno permesso di ridere e di sognare assieme a loro.

Grazie a chi non ha mantenuto le promesse, chi mi ha contestato detestandomi.

Grazie ai vecchi “compagni” che da più di vent’anni non mancano mai. E se ora non c’è più nessun ideale da difendere, siamo stati capaci di prenderci cura l’uno dell’altro.

Grazie al genere femminile che mi ha insegnato sempre qualcosa di nuovo, di inaspettato, irraggiungibile.

Grazie a quel prete, che risponde alle chiamate di giorno e di notte con la gioia di sentirti.

Per il Maestro che non ho conosciuto

Grazie agli amici che mi hanno permesso di scrivere un libro su un loro Maestro che io non ho mai conosciuto, ma che con le loro parole è diventato compagno di viaggio.

E grazie ancora a tutti i vecchi con cui mi sono fermato a parlare perché mi hanno raccontato tutto ciò che io ho solo letto, mentre loro ci hanno messo la carne, il battito, il cuore.

Grazie a chi mi ha guardato con adorazione, con sospetto, con disprezzo, con amore.

Grazie alla mia casa costruita dai miei genitori che è il mio rifugio, il mio castello, il mio luogo per incollare le scarpe e scrivere libri.

Grazie alla vita, al cielo, al freddo, al caldo, ai calabroni e ai moscerini.

Grazie ai carcerati, anche ai recidivi, quelli al 41 bis e a quelli che il carcere non se lo sono mai meritato.

Grazie a Tempi, che è memoria e presente, passato e futuro.

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