Torino protesta: «Se le paritarie chiudono, il sistema scolastico collassa»

Di Silvio Magliano
18 Marzo 2013
Il coordinatore del Pdl Magliano contro il ritardo del Comune nel versare 1 milione e 740 mila euro alla Fism: «Stiamo decidendo sul futuro di 6233 bambini e di 556 lavoratori».

6.233 bambini e 556 insegnanti (di cui 482 laici) rischiano di perdere rispettivamente il loro posto nella scuola dell’infanzia e il loro posto di lavoro, se il Comune non verserà l’importo dovuto (1 milione 740mila euro) nel rispetto della Convenzione con la FISM, recentemente rinnovata. Per ammissione dello stesso Assessore Pellerino, se le scuole paritarie dovessero chiudere, il sistema scolastico cittadino collasserebbe, così come le casse del Comune, poiché la spesa che la Città dovrebbe sostenere per lo stesso servizio erogato da scuole statali sarebbe di gran lunga superiore, fino a dieci volte tanto, stando alle statistiche più recenti, che individuano un costo medio annuo per studente di circa 5mila 800 euro. Il conto, salatissimo per il Comune, farebbe oltre 36milioni all’anno, a fronte dei 3milioni e 200mila stanziati per la convenzione con la FISM.

Ho presentato, insieme alla Consigliera Genisio, una mozione affinché il Comune onori tempestivamente gli impegni presi ed eroghi il saldo del contributo, provvedendo al più presto alla definizione di quello relativo all’anno 2013, per il bene degli alunni e delle loro famiglie, a cui per legge è garantito il diritto di scegliere dove mandare a scuola e propri figli, ma anche, e forse soprattutto, per la sopravvivenza del sistema delle scuole dell’infanzia torinesi che senza le scuole paritarie non sussisterebbe, né dal punto di vista della gestione né da quello economico. Non ci sono studenti di serie A e di serie B, non ci sono insegnanti di serie A e di serie B: le scuole paritarie gestiscono un servizio pubblico. Stiamo decidendo sul futuro di 6233 bambini, delle loro famiglie e di 556 lavoratori.

Nella mozione si richiede anche che il Comune predisponga gli atti necessari e utili per la “bancabilità” del contributo, in modo che le Scuole paritarie possano richiedere alle banche l’anticipo del contributo deliberato, nelle more dell’erogazione da parte della Città, fino almeno al 50% dell’importo.

Il trattamento che la Giunta riserva alle scuole paritarie, ancorché tutelate da una Legge, tra l’altro scritta da Luigi Berlinguer, emerge anche dalle differenze per le tariffe delle affissioni pubblicitarie per la promozione delle iscrizioni, altro caso di cui mi sto occupando. L’ostacolo ai privati che gestiscono un servizio pubblico è tipico di una certa mentalità della sinistra che demonizza la libera iniziativa che si occupa di servizi perché ne teme i risultati e l’efficienza. Se un metodo funziona ed è anche più economico, quale senso ha mettergli i bastoni tra le ruote?

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2 commenti

  1. Enrico

    E’ il regime culturale che avanza.

  2. giuliano

    ha ragione il sig Tossani, meglio lasciar fare i compagni torinesi e far affondare le scuole paritarie, forse dopo il collasso il cuore dei piemontesi lascierà la sinistra

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