Tramonti Est-Ovest

Di Gianni Baget Bozzo
18 Novembre 1999
Tramonti Est-Ovest

Il 1989 è l’inizio del crollo dell’Unione Sovietica. Non era prevedibile, anche se le notizie sulla crisi del sistema sovietico circolavano prima dell’89. Lo stesso avvento di Mikhail Gorbachov alla segreteria del Pcus nell’84 era il segno che il Pcus evolveva verso una linea diversa da quella dell’integrismo leninista. L’Unione Sovietica non reggeva le tecnologie intelligenti, non sosteneva il confronto con l’avvento dell’informatica che rende i singoli comunicanti ed esclude il controllo del pensiero che il leninismo aveva voluto introdurre. La prima vittima della società tecnologica è stata l’Unione Sovietica. Il crollo del sistema sovietico è un evento complesso che ha liquidato la cultura di sinistra che era dominante anche in Occidente.

Il marxismo non ha solo determinato il leninismo e il sovietismo, ma ha anche influenzato tutto il mondo occidentale. Soprattutto dopo la Seconda Guerra mondiale .

Il marxismo fu una religione, una cultura, uno Stato, un esercito, un impero. Il Novecento è il secolo del marxi-smo. Il Novecento finisce con il 1989. Inizia un altro secolo. Forza Italia è un evento del nuovo tempo, è una espressione politica della cultura della televisione e del computer, che sprigionano creatività e comunicazione a livello interinviduale.

Sono la negazione della massa su cui si fonda il comunismo e, sul suo modello, tutta la politica del Novecento, soprattutto quella totalitaria (fascismo e nazismo), ma anche quella democratica. Nella società italiana avviene un evento paradossale: a crollare sotto il muro di Berlino non è il Pci, ma sono i partiti democratici occidentali. La vera domanda politica, che è anche la domanda da cui nasce Forza Italia, è perche questo è accaduto; perché oggi il Pci è divenuto, con il Pds e con Rifondazione, il partito di governo; e la Dc, il Psi e gli altri partiti democratici sono caduti. La ragione è che, come si è detto nel corso di questo cenno storico, la società italiana era divenuta culturalmente e praticarmente dominata dai comunisti. Anche i partiti democratici avevano scelto il riferimento con cui confrontarsi delineando le loro differenze politiche all’interno della cultura comunista. I partiti intendevano le istituzioni come loro strumento politico. Anche i partiti democratici erano sentiti come una nomenklatura chiusa. E siccome essi erano formalmente al governo e i comunisti all’opposizione, la tempesta si abbatte sui partiti di governo: sulla Dc, sul Psi e sugli altri partiti del pentapartito.

Quel fatidico 1992 E’ l’anno in cui scoppia la grande crisi dei partiti di governo. E’ accompagnata da vari segni premonitori. La crisi nasce nella Dc, dilaniata dalla guerra delle correnti: una vera faida, senza esclusioni di colpi che condurrà quel partito all’estinzione.

Parte di questa lotta delle correnti sono anche i referendum Segni, che la segreteria Forlani legittima come mezzo di pressione sul Psi, da cui vuole ottenere una legge proporzionale con premio di maggioranza assegnato a partiti apparentati per concorrervi: in sostanza, la legge proposta da De Gasperi nel ’53. In quel modo il Psi sarebbe stato legato anche elettoralmente alla Dc: Craxi non escludeva quella possibilità. Il segretario del Psi temeva che la sinistra democristiana di De Mita pensasse di nuovo all’alleanza con il Pci, perché Achille Occhetto aveva tentato uno stacco del Pci dalla tradizione della sinistra, cambiando il nome del Pci in Partito democratico della sinistra. La segreteria Forlani permette che un democristiano di destra, Mario Segni promuova dei referendum che postulano l’instaurazione del sistema maggioritario come mezzo di pressione sul segretario del Psi, perché accetti, almeno come male minore, la proporzionale, con l’apparentamento di Dc e di Psi per ottenere il premio di maggioranza. I referendum nascono come lotta di correnti interne alla Dc, tra Forlani e Andreotti da un lato e De Mita dall’altro. La Corte Costituzionale boccia tutti i referendum maggioritari di Segni, salvo quello che limita ad un solo nome il voto di preferenza. E tuttavia è su questo voto che si scatena la rivolta degli elettori contro la partitocrazia.

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