Tu chiamale, se vuoi, emozioni

Di Pavarini Maria Cristina
16 Giugno 1999
Gadget&fashion

L’emozione è diventata elemento centrale per la definizione di strategie di prodotto e di marketing. Un esempio in proposito è il recente accordo firmato tra Alessi e Philips per il restyling dei piccoli elettrodomestici della casa olandese. “Questi sono gli scopi che si prefigge l’agreement” – spiega Grant Davidson, designer manager di Philips. “Eccellenti risultati economici e l’umanizzazione della cucina. Al giorno d’oggi per qualsiasi azienda l’obiettivo più importante è raggiungere eccellenti risultati estetici”. E la funzionalità? “Puntare tutto solo sulla funzionalità significa rimanere indietro. La nostra ambizione è di poter trovare il giusto equilibrio tra emozionalità e funzionalità”. Anche Jeannine Payer ha puntato tutto sul risveglio delle emozioni. Questa ragazza americana disegna, produce e vende in tutto il mondo gioielli che ambiscono a suscitare emozioni, ricordi e sensazioni romantiche. Sono piccoli ciondoli, orecchini, anelli di forme geometriche e dimensioni minime decorati con finissimi lavori di cesello quali citazioni da poeti e scrittori (Shakespeare, Coleridge e Rilke). Questi gioielli minimi portano spesso piccole finestrelle quadrate o rotonde coperte da minuscoli vetri, simili a porta-reliquie, e contengono foto (di 5 millimetri per lato) di bambini, o di volti di persone d’inizio ’900. Sembrano quasi mini-kit di sentimenti pret-a-porter, cioè pronti da essere vissuti, o esibiti. Esiste un’altra linea di gioielli particolare – Corpus Christi. La disegna Patrick, giovane artista francese, e s’ispira a motivi vicini a quelli delle arti figurative della religione cristiana (croci, corone di spine, cuori infiammati e anelli-rosario). “Ho voluto riportare alla memoria i ricordi di molti di noi quando erano bambini e frammenti di tradizione popolare”, spiega il designer Patrick. Sono diversi i campi d’applicazione per chi vuole far leva su emozioni e sentimenti – dagli oggetti d’uso quotidiano ai gioielli, solo per citarne alcuni. Una cosa è certa: molti di questi imprenditori sono pronti a banalizzare qualsiasi cosa, fosse anche la risposta all’esigenza di verità dell’uomo.

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