Tutti alla corte di RaiTre

Di Togni Paolo
07 Febbraio 2008

Nel messaggio di S.S. Benedetto XVI per la XLII giornata mondiale delle comunicazioni sociali si accenna al «rischio che esse si trasformino in sistemi volti a sottomettere l’uomo a logiche dettate dagli interessi dominanti. è il caso di una comunicazione usata per fini ideologici». Sembra che le parole del Santo Padre, pur scritte in riferimento ad una situazione generale, facciano esplicito e concreto riferimento allo stato della comunicazione ambientale in Italia.
Il settore è dominato dal conformismo all’ideologia paleoecologista, dalla disinformazione più crassa, dall’atteggiamento omertoso verso i membri della cosca degli ambientalisti giurassici. è un dovere per tutti sdilinquirsi per le baggianate di Al Gore, andare in sollucchero per ogni flatulenza pecorareccia, schierarsi sempre, senza esitazioni, sotto le bandiere color pisello dei verdi, creare un circuito nel quale soggetti diversi sostengono gli stessi concetti, accreditandosi l’un l’altro in un’orgia di autoreferenzialismo di gruppo privo di valide motivazioni. In questo tipo di atteggiamento svetta tra la carta stampata e l’emittenza radiotelevisiva una trasmissione che merita l’oscar dell’ipocrisia, e che si distingue nell’opera di promozione dell’inaccettabile. Si tratta di Ambiente Italia, che va in onda su Rai Tre il sabato pomeriggio. Una trasmissione imperniata su stantii luoghi comuni, prostrata ai peggiori ras ambientalisti, da Realacci e Sodano, presidenti delle commissioni parlamentari, ai responsabili nazionali e territoriali di associazioni, come il presidente del Wwf Pratesi, quello di Legambiente col doppio cognome, e Ganapini, presidente di Greenpeace. Quest’ultimo ha ammannito consigli su come risolvere il problema dei rifiuti in Campania, sostenendo di aver risolto lo stesso problema a Milano quando era assessore. Peccato che la soluzione fu riempire di rifiuti i capannoni dismessi di una grande azienda, per cui ebbe anche conseguenze giudiziarie; altrettanto accadde per la discarica di Cerro Maggiore, per la quale addivenne al patteggiamento di una significativa condanna penale. Del resto, in età meno matura, lo stesso Ganapini era incorso in altro inconveniente, avendo venduto all’Enea come sua originale una ricerca già pubblicata da altri. Una distrazione? Forse, come quando Santoro trasmise ad Annozero in riferimento alla vicenda dei rifiuti campani, l’intervista con un ex vicecommissario all’emergenza titolare di avvisi di garanzia e, peraltro, già cacciato. Sono questi i riferimenti degli ambientalisti?     tognipaolo@gmail.com

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