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“Quella di Priore è una tesi inverosimile, una sceneggiatura da film. Le prove su come sono realmente andate le cose ci sono, ma nessuno ha mai indagato perché questa della battaglia aerea è una verità che fa comodo a molti”. Parla Paolo Guzzanti, tra i pochi nel mondo della stampa non affiliati al “partito del missile”

Il giudice istruttore Rosario Priore, a sorpresa e smentendo autorevoli perizie, ha sposato la tesi della battaglia aerea. Mentre Priore è stato convocato dalla Commissione stragi (per non aver reso noto a tutti i commissari il documento decisivo che avvalorerebbe la sua tesi), Tempi pubblica uno stralcio dello studio dello scienziato inglese Frank Taylor che dimostrò l’esplosione interna al Dc9 dell’Itavia. Cioè una bomba. Un’ipotesi su cui non si è mai indagato

L’Italia del Dopoguerra dei don Camillo e Peppone raccontata da Giovanni Guareschi: avversario ante litteram del politically correct che alla definizione di “uomo probo” preferiva quella di “reazionario”. Deportato dai nazisti, anticomunista incarcerato da De Gasperi, l’autore di Piccolo Mondo scriveva: “Per noi esistono al mondo due idee in lotta: l’idea cristiana e l’idea anticristiana. Noi siamo per l’idea cristiana e siamo perciò con tutti coloro che la perseguono e soltanto fino a quando la perseguono”.

“Nel sistema di giustizia in Italia non esistono regole. E quelle che ci sono vengono violate”. Il giustizialismo? “Sintomo di una crisi della politica e della democrazia a livello planetario”. La Missione Arcobaleno? “L’insipienza ha dilapidato più della disonestà”. Andreotti? “Ha già vinto”. Craxi? “Deve poter tornare”. E con Giussani “fraternamente dissento”. Conversazione con un condannato in attesa (di revisione) del giudizio.
