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Luca De Simone
25 Agosto 1999
Quasi la metà dei diplomati italiani ha preso il vezzo di iscriversi all’università. Ma solo un 10% riuscirà infine a laurearsi. In compenso gli studenti devono fare i conti con ministri sprovveduti e distratta burocrazia. Mentre l’ambizioso disegno riformatore del governo si scontra con le resistenze di una classe docente lievemente neghittosa, anziana e restia ai cambiamenti. Piccolo dizionario di ciò che si deve sapere (specie se matricole) dell’anno accademico che è venuto e che verrà
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Buttafuoco Pietrangelo
25 Agosto 1999
La lingua manageriale, confindustriale e ulivista, che circola nelle migliori multinazionali, esposta e commentata da un cattivista filotalebano
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Tempi
25 Agosto 1999
Luigi Berlinguer Statalista scolastico. Statalista miope. I maligni dicono che indossa volentieri montature senza lenti quando viene intervistato dai telegiornali, è allora che cerca di ammaliarvi con il suo timbro da mezzo soprano e con la sua vaga inflessione sarda. Discende infatti da una schiatta di notabili sassaresi, mazziniani, massoni, socialisti, antifascisti e comunisti. Si […]
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Gian Micalessin
25 Agosto 1999
Quando la realtà si mostra in tutta la sua complessità la tv retrocede e restituisce il diritto di cronaca ai giornali. Analisi comparata di un inviato di guerra in Irak e, poi, otto anni dopo, in Kosovo. La superiorità del giornalismo scritto che consiglia, a chi vuol capire di tutto e di più, di mollare il video e tornare sulle tracce dell’uomo tipografico
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Gian Micalessin
25 Agosto 1999
Le immagini televisive sono come fondali di un teatro (per di più ritagliabili e ricomponibili a piacimento) dove l’inganno è sempre in agguato. E così una sonora sconfitta può diventare una gloriosa vittoria. Come accadde in Vietnam
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Beretta Simone
25 Agosto 1999
Cent’anni di egemonia economica, politica e militare. Ma, soprattutto, di conoscenza, capacità di innovazione e di creazione di nuovi bisogni. Un’economista spiega l’enorme vantaggio acquisito dalla civiltà americana a livello planetario. Un modello di sviluppo che, anche solo per inerzia, farà del primo secolo del 2000 un’ennesima epoca all’insegna della leadership Usa. E l’Europa? Una bella promessa. Ma la Cina è più vicina
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Kramar Silvia
25 Agosto 1999
“Siamo i leader del mondo perché abbiamo puntato tutto sulla libertà dell’individuo. Non abbiamo inventato il capitalismo, ma abbiamo glorificato la libertà politica, le opportunità della persona, una certa qualità di vita”. Parola dell’ex direttore del Times di Londra, emigrato negli Usa, attuale direttore editoriale del Daily News di New York e autore di un saggio sul primato americano
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Tempi
25 Agosto 1999
E se il Giappone in crisi e l’Europa arrancano, le più grandi multinazionali americane eguagliano da sole il prodotto interno europeo
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Martynov Ivan
25 Agosto 1999
La Russia alle soglie del 2000. La sua disperazione sociale, i suoi miti messianici e nazionalisti, la sua chiesa ortodossa. Un paese che guarda all’Europa ma che si sposta sempre più verso l’Asia. Un grande paese e un grande popolo in cerca di una leadership che non strumentalizzi la sua profonda anima religiosa. Dall’epoca zarista ai giorni nostri. Dalla divinizzazione di Lenin e Stalin, alla delusione del post-comunismo. Dalla tragedia della statalizzazione della chiesa ortodossa al panslavismo che si va affermando dopo la guerra in Kosovo. La nostalgia del Papato e l’imprevedibile futuro del dopo Eltsin. Uno dei più grandi storici russi viventi racconta in esclusiva per Tempi un mondo pressoché sconosciuto e stereotipato in Occidente
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