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Il ministro della Sanità Rosy Bindi ha varato una riforma sanitaria fondata su una concezione esattamente contraria a quella che ha ispirato la riforma sanitaria in Lombardia, centrata sulla concorrenza tra strutture pubbliche e private e sulla libertà di scelta da parte dei cittadini. Il modello lombardo rischia ora alla luce della legge Bindi di essere smantellato per far posto a un riordino statalista e centralista. E questo perché, come ha più volte affermato il ministro, il modello lombardo non funzionerebbe e, per esempio, farebbe lievitare in modo incontrollato e incontrollabile la spesa sanitaria. Ma è proprio così? Dati alla mano sembra proprio il contrario: la riforma della Lombardia ha migliorato la spesa e, soprattutto il servizio offerto ai suoi cittadini (e non solo a loro). Cifre e documentazioni che sbugiardano il ministro e confermano la giusta ribellione degli operatori sanitari alla legge Bindi
