Tensione altissima tra Ucraina e Russia. Biden prepara 5.000 soldati

Di Leone Grotti
24 Gennaio 2022
Usa e Inghilterra hanno iniziato a ritirare il personale dall'ambasciata di Kiev, temendo l'invasione di Putin. Gli Stati baltici inviano armi all'Ucraina, ma la Nato è divisa. La Caritas chiede a tutti di fermarsi
Un soldato in Ucraina si prepara alla guerra con la Russia

Un soldato in Ucraina si prepara alla guerra con la Russia

Si rincorrono senza sosta le voci di un’imminente invasione dell’Ucraina da parte della Russia. A dar ragione alle indiscrezioni americane e britanniche, sarebbe già tutto pronto: Vladimir Putin avrebbe già deciso la data dell’invasione e anche il governo da instaurare al posto di quello del presidente Volodymyr Zelensky. Se gli Usa si stanno preparando a questa eventualità e assicurano che non permetteranno a Mosca di passarla liscia, la Nato rischia di dividersi.

La Russia attacca «a fine gennaio»

La Russia ha più di 92 mila truppe al confine con l’Ucraina pronte all’invasione e secondo l’intelligence ucraina, confermata da quella americana, l’attacco potrebbe partire già a fine gennaio o a inizio febbraio. Mosca avrebbe già pensato di instaurare un governo filorusso, com’era quello di Viktor Janukovyc, e individuato la persona che potrebbe guidarlo: Yevheniy Murayev. L’ex deputato ha risposto energicamente all’indiscrezione britannica, definendo le accuse «ridicole» e ricordando all’Associated Press di non potersi recare in Russia dal 2018 «perché considerato una minaccia per la sicurezza del paese».

Veri o falsi che siano i preparativi e le intenzioni di Mosca, il presidente Joe Biden si sta preparando al peggio. Domenica, come riportato da Reuters, l’America ha consegnato a Kiev il secondo carico di armi del valore di 200 milioni di dollari per difendersi dall’attacco russo. Allo stesso tempo Washington ha autorizzato gli Stati baltici (Estonia, Lituania e Lettonia) a inviare nuove armi all’Ucraina.

La Germania ambigua sull’Ucraina

A dare l’idea di un’Alleanza divisa davanti alla minaccia russa ci ha pensato però la Germania. Come riporta il Corriere, «in soli due giorni il nuovo cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz ha dato l’impressione di volersi smarcare da certe posizioni»:

«Prima, c’è stata la gaffe del capo della Marina tedesca (subito dimissionato) che ha pubblicamente chiesto “rispetto” per le posizioni dell’uomo del Cremlino, suggerendo agli ucraini di dare ormai per irrimediabilmente perduta la Crimea annessa nel 2014. Poi, ecco la decisione di Berlino di non inviare armi al governo di Kiev: l’esatto contrario di quel che stanno facendo inglesi, americani, baltici e turchi. Scholz ci va cauto. Teme che eventuali, nuove sanzioni occidentali — soprattutto l’esclusione della Russia dal sistema di pagamenti internazionali Swift — siano pericolose per tutto l’Occidente e finiscano per avvicinare ancora di più Mosca alla Cina».

Biden pensa di inviare 5.000 soldati a Kiev

L’arrivo di armi a Kiev da parte degli alleati non è l’unico segnale che l’invasione russa potrebbe avvenire davvero. Dopo che Biden ha annunciato il ritiro dall’ambasciata americana a Kiev dei familiari del personale diplomatico, il Regno Unito ha fatto lo stesso. L’ambasciata britannica resterà aperta per il «disbrigo degli affari essenziali» ma a causa della «minaccia crescente» russa «alcuni membri del personale si stanno allontanando da Kiev».

Fino ad ora Biden, gaffes a parte, ha sempre detto di non voler affrontare militarmente la Russia in Ucraina, ma di voler rispondere con «severissime sanzioni economiche». Secondo quanto riportato dal New York Times, però, «nel corso di un incontro a Camp David Biden ha esaminato con i suoi consiglieri la possibilità di inviare fino a cinquemila soldati nel Baltico e nell’est Europa.  Una delle ipotesi prevede l’invio tra mille e cinquemila soldati». Il presidente, inoltre, starebbe anche valutando l’invio di navi e caccia da guerra ai paesi baltici, segno, nota il Nyt, «di un grande cambiamento rispetto alla posizione contenuta delle ultime settimane». È forse questo il dettaglio più importante dal momento che, come notato da esperti militari al giornale americano, 5.000 soldati in caso di invasione servirebbero a poco o niente.

Caritas Ucraina: «Bisogna evitare la guerra»

Mosca, dal canto suo, ha finora negato di voler invadere l’Ucraina ribadendo in numerosi incontri internazionali le sue richieste: stop all’allargamento a Oriente della Nato, blocco di tutte le forniture di armi e mezzi all’Ucraina, garanzie sul mancato ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza, oggi e in futuro. Ma mentre la tensione sale, a Putin non crede più nessuno.

Fino ad ora i colloqui diplomatici hanno fallito e mentre Russia e Nato preparano le armi, Caritas Ucraina continua a chiedere che si eviti il conflitto: «Preghiamo e speriamo con tutto il cuore che gli sforzi diplomatici abbiano successo».

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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1 commento

  1. CARLO SCHIEPPATI

    Ma insomma: nel 1962, quando l’Unione Sovietica dislocò i missili a Cuba, gli USA risposero che no, non potevano mettere i missili alle porte di casa loro. La cosa era così evidente che Kruscev li ritirò senza batter ciglio. Adesso Putin chiede la stessa cosa: non potete mettere i missili ai nostri confini. E’ ragionevole e non è così difficile da capire.
    Ricordiamo che nel 2016 abbandonarono il south stream e adesso, a nord stream ultimato, non permettono alla Russia di far passare il suo gas. Nel frattempo gli americani nel 2014 hanno organizzato un colpo di stato per abbattere il governo filorusso di Janukovyc, che aveva regolarmente vinto le elezioni del 2010.
    Ci vuole altro per capire che gli angloamericani stanno preparando il “casus belli”? E niente, sono i soliti criminali.

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