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Vi stupirò, vi apparirò pazzo, ma credo di essere una delle pochissime persone che hanno provato una orribile invidia per gli ucraini. Dico orribile perché ricevere le bombe in testa, scorgere carri armati stranieri che calpestano le auto dei propri vicini di casa, è qualcosa che strazia il cuore. Il fatto è che tutto questo è accaduto a noi armeni per 44 giorni da fine settembre ai primi di novembre del 2020. L’Artsakh, detto anche Nagorno-Karabakh, ha subìto la stessa sorte dell’Ucraina. Sono arrivati da noi i soldati dell’Azerbaigian e sono stati portati lì dai turchi i tagliagole jihadisti. La Nato e Israele hanno fornito droni con una precisione da killer in un film di James Bond. Non agli armeni, figuriamoci, ma agli aggressori.
Io sono molokano, bevo latte, vivo presso il lago di Sevan dove guizzano le trote più belle del mondo, scorgo il meraviglioso profilo del monte Ararat, dove approdò l’Arca di Noè e fu inventato il vino. Pove...
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