Altro che “ossessione” di Fdi, DragTivism era già finito nel mirino del relatore del programma in quota Ppe dopo gli striptease di Barcellona. Ecco come vengono usati i fondi europei per arruolare attivisti minorenni
La drag queen Pitita, responsabile di seggio a Barcellona per le elezioni del Parlamento europeo, 9 giugno 2024 (foto Ansa)
Una “fissa” dei meloniani? Una “Caccia alle streghe Lgbt”? “Complottismo”? Per i giornali mainstream, e ovviamente per Riccardo Magi, c’è della patologia nel contestare l’assegnazione di 35.730 euro al progetto DragTivism Jr: una trovata del programma Erasmus+ per finanziare con soldi pubblici un campo estivo per 30 ragazzini tra i 14 e i 17 anni a Girona, in Spagna, dove trascorrere una decina di giorni con competentissime Drag Queen che insegneranno loro a «sfidare lo spettro di genere». Una «vera e propria ossessione» - tuona il segretario di Più Europa - di Fratelli d’Italia per il woke e l’ideologia gender che, sentenzia Open, parlando di “crociata di Fdi”, «non esiste».
Prova ne sarebbe la lunghissima supercazzola pubblicata dalla pagina di Erasmus+ per dettagliare gli obiettivi di DragTivism Jr: tutto un “esplorare il genere”, “la propria identità”, i “nostri alter-ego possibili”, “promuovere”, “realizzare”, “celebrare la cultura Lgbti+”, i diritti Lgbti+, l’attivismo e le perso...