
Un anno fa lo Stato islamico conquistava Mosul. Ecco come si vive oggi sotto il califfato

È passato esattamente un anno da quando un piccolo battaglione dell’Isis, composto da circa 1.000 soldati, è riuscito a conquistare la seconda città più importante dell’Iraq. La notte tra il 9 e il 10 giugno i terroristi islamici sono entrati indisturbati a Mosul, mentre due divisioni dell’esercito iracheno poste a difesa della città, circa 30 mila uomini, si davano alla fuga.
CALIFFATO. In un anno lo Stato islamico ha imposto il suo califfato applicando in modo rigido la sharia, costringendo migliaia di cristiani alla fuga, confiscando i loro beni, uccidendo gli oppositori, sciiti e sunniti, facendo saltare in aria moschee e santuari “idolatri”, abbattendo croci, vessando i negozianti e imponendo un’educazione islamista nelle scuole.
«CITTÀ IGNORANTE E SPIETATA». Hanaa è musulmana, vive a Mosul, e non era abituata a portare il velo integrale: «Le donne devono coprirsi di nero dalla testa ai piedi», ha raccontato alla Bbc. «Un giorno mi annoiavo così tanto a casa che ho chiesto a mio marito di portarmi fuori, anche a costo di portare il niqab. Siamo andati in un bel ristorante, che eravamo soliti frequentare prima [dell’arrivo dell’Isis]. Appena seduti, mio marito mi ha detto di scoprirmi il volto perché non c’erano uomini dell’Isis. (…) Ero davvero felice ma subito il proprietario è arrivato pregando mio marito di farmi di nuovo nascondere il volto perché i combattenti dello Stato islamico fanno ispezioni a sorpresa e se mi avessero visto così l’avrebbero frustato. Molti uomini sono stati frustati solo perché le mogli non portavano i guanti. (…) Chi protesta viene picchiato e umiliato. (…) Alla fine abbiamo accettato e ho cominciato a pensare a quanto ignorante e spietata sia diventata questa città. Fuori dal ristorante, un padre cercava la figlia: era nascosta in quella distesa di nero».
CASE CRISTIANE CONFISCATE. Mariam lavorava come ginecologa a Mosul e fino a quando i terroristi islamici non hanno preso la città, si è rifiutata di scappare. «Sono stata minacciata e molestata ma ho continuato a far nascere bambini come sempre», ricorda. «Poi sono dovuta scappare quando la città è caduta. Sono una divoratrice di libri e avevo una bellissima collezione, anche perché gli amici che cominciavano a scappare davano a me i loro libri perché li tenessi. Quando sono fuggita ho salvato il mio corpo, ma la mia anima è rimasta a casa con i libri. Rifugiata a Erbil, ho saputo che la mia casa è stata confiscata e marchiata con la lettera “N” [per nazareni, cristiani]. Ho chiamato i miei amici di Mosul, chiedendo di salvare i miei libri. Ma era troppo tardi: sono stati bruciati in strada».
«ATROCITÀ INIMMAGINABILI». Ogni giorno, chi viola le regole imposte dall’Isis, viene punito secondo la sharia. Testimonia Zaid, residente nella città: «Chi fuma una sigaretta viene frustato, a chi ruba viene amputata la mano, gli uomini che commettono adulterio vengono gettati giù dai palazzi e le donne lapidate. Spesso la gente è costretta ad assistere alle punizioni. (…) Chi viene arrestato e rilasciato racconta storie di un’atrocità inimmaginabile. Molti restano in silenzio perché sono terrorizzati».
«SALARIO CONFISCATO». Dopo l’arrivo dell’Isis, Hisham si è trovato senza lavoro ed è stato costretto anche ad abbandonare l’università: «Per loro tutto è “haram”, proibito, e quindi me ne sto chiuso in casa a far niente. I ricchi vanno avanti con i risparmi, chi ha un salario sbarca il lunario, i poveri sono abbandonati alla misericordia di Dio. (…) La vita di tutti i giorni è cambiata in modo indescrivibile. Ogni svago, come i pic-nic, è bandito perché considerato spreco di tempo e soldi. Un quarto del salario viene confiscato per “ricostruire la città” e chi si oppone viene punito duramente. Gli ospedali sono riservati solo ai membri dell’Isis. Gli imam delle moschee sono stati tutti sostituiti con uomini favorevoli a loro. Molti non vanno più in moschea perché li ti costringono a giurare fedeltà all’Isis e noi odiamo questa cosa. Mio fratello si è beccato 20 frustate perché non ha chiuso il suo negozio durante l’orario della preghiera: la religione non si può imporre con la forza».
«MEGLIO NESSUNA EDUCAZIONE». Anche a scuola è cambiato tutto. «Mio fratello di 12 anni va ancora a scuola: abbiamo pensato che una scuola controllata dall’Isis fosse meglio che nessuna educazione», spiega Mahmoud. «Ma un giorno, tornato a casa, l’ho visto che disegnava la loro bandiera e cantava un loro inno. Sono impazzito e gli ho gridato contro. Ho strappato il disegno, lui si è messo a piangere ed è corso da nostra mamma. L’ho minacciato di non farlo più (…) e l’abbiamo ritirato da scuola. Meglio nessuna educazione (…), inizio a pensare che vogliano seminare la violenza, l’odio e il settarismo nelle menti dei bambini».
Foto Ansa
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13 commenti
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Chissa’ cosa pensano tutti quei personaggi, alcuni di loro ancora in voga, che nel 2003 erano favorevoli alla guerra in Iraq pensado di arrichirsi con la scusa di portare la democrazia.
Saluti
Chi sono questi personaggi che “nel 2003 erano favorevoli alla guerra in Iraq pensado di arrichirsi con la scusa di portare la democrazia”, sarebbe il caso di dirlo, invece di alludervi con formule sibilline. Tanto più che la democrazia e cioè, la possibilità di eleggere e partecipare al governo dello Stato riconosciuta anche a chi ne era escluso per volontà di Saddam Hussein e del Baath, in Iraq, l’Iraq del dopo Saddam, c’è, oggi.
A arricchirsi, cioè, a commerciare con l’Iraq odierno sono imprese di tutto il mondo che trattano secondo le leggi del Paese e le regole di mercato: anche imprese delle nazioni che non hanno contribuito a cacciare via Saddam Hussein dal potere e che lo sostenevano sul piano tecnologico, economico e diplomatico, come Russia e Cina.
Sarebbe il caso di non scordarsi di alcuni dati verificabili, quando si esprimono per enigmi affermazioni che non sono fatti reali solo perché, a furia di ripeterli, sono diventati ovvietà.
Perchè non vadano perdute preziose informazioni rispedisco :
Al Qaeda ed i suoi affiliati ricevono il pieno sostegno degli Stati Uniti quasi 40 anni fa, all’inizio della guerra sovietico-afghana (1979-1989).
In un periodo di dieci anni 1982-1992 circa 35.000 jihadisti provenienti da 43 paesi sono reclutati per la jihad afgana nei campi di addestramento della CIA (Agenzia di intelligence) in Pakistan. Migliaia di annunci, pagati dagli Stati Uniti, sono apparsi nei media di tutto il mondo per motivare i giovani a unirsi alla jihad.
L’Università del Nebraska, negli Stati Uniti, pubblica libri jihadisti per diffonderli, a quel tempo, nelle scuole dell’Afghanistan.
Osama bin Laden, il terrorista “numero uno” per gli Stati Uniti, è reclutato dalla CIA nel 1979 quando lancia la guerra jihadista patrocinata dagli USA contro l’Unione Sovietica in Afghanistan. Ha 22 anni quando termina la sua formazione nel campo di guerriglia della CIA.
Ronald Reagan, quarantesimo presidente degli Stati Uniti, chiama i terroristi di Al Qaeda “combattenti per la libertà”. Il governo statunitense fornisce armi alle brigate islamiche per combattere contro l’Unione Sovietica. Il cambio di regime porta alla fine del governo laico in Afghanistan.
Lo Stato islamico è inizialmente un’entità affiliata di Al Qaeda creata dai servizi segreti americani, con il sostegno del MI6 britannico, dal Mossad di Israele e dalle intelligence di Pakistan e l’Arabia Saudita.
Le brigate dell’Is partecipano con gli Stati Uniti e la NATO nella guerra civile in Siria diretta contro il governo di Bashar al Assad.
La NATO e gli alti funzionari turchi sono i responsabili del reclutamento di militanti dello Stato islamico e di al-Nusra (gruppo radicale islamico siriano) dall’inizio del conflitto in Siria nel 2011.
Nelle file dell’Isis c’è una rappresentanza dell’esercito e dell’intelligence degli stati occidentali.Così, il MI6 britannico partecipa alla formazione dei jihadisti ribelli in Siria.
In una informazione della CNN il 9 Dicembre 2012 un alto funzionario statunitense e diversi diplomatici di alto livello ammettono che “Stati Uniti e alcuni alleati europei, attraverso militari specializzati, addestrano i ribelli siriani affinché garantiscano scorte di armi chimiche in Siria.”
Ma che Al Quaeda abbia ricevuto armi e supporto logistico americano al tempo di Naji Bullah non vuol dire assolutamente niente.
E’ risaputo anche dai gatti che gli Americani fin dagli anni 70 infilavano il muso in tutti gli scenari possibili dove si potesse esercitare una contrapposizione armata al regime sovietico, il nemico di allora.
Fin da prima, ci hanno provato a Cuba, e sono falliti.
Ci hanno provato in America Latina, Centro e Sud, e sono in parte riusciti.
In Afghanistan hanno creato una situazione di stallo difficilmente risolvibile.
In Iraq e Siria sono completamente falliti.
In Libia sono falliti.
In Egitto per fortuna c’è stato il colpo di stato di Al Sisi che ha risollevato una situazione che stava di fatto regalando all’isis un’altra nazione.
Quello che hai scritto ha un fondamento di verità, su cui sono costruite un sacco di panzane fantascientifiche.
Te lo ripeto: questo è il blog dei Ciellini, non dei grillini.
Qui non fai affari.
Il multinick paranoico che fa finta di essere sempre qualche altro – stavolta, tocca a Solzhenicyn – per fare finta di non capire e così, in modo da fare il modesto per mettersi a scusare, lui!, la Redazione che ne rimuove i post, ci riprova. L’ipocrisia islamico-islamofila rifulge in tutto il suo squallore già in questa protervia da miserabile: qualunque persona di buonenso, sapendo di non essere gradito, si ritirerebbe in buon ordine: o resterebbe, ma scusandosi a chiare lettere di avere agito da re dei troll all’ennesima potenza insozzando il blog: scusandosi, dunque, ma senza aspettarsi di vedere accettate le scuse, solo per dimostrare di aver recuperato un minimo di rispetto di se stesso, innanzi tutto.
Invece, questo demente che si sentiva “invaso, sempre più invaso” nei suoi pensieri da chi il troll psicopatico paragonava alla N.A.TO. e poi, contraffaceva il nickname dell'”invasore psichico”, continua nella sua opera di sabotaggio e delegittimazione del blog che ne ospita copincollaggi e mascherate.
Ma davvero, bannatelo, questo mistificatore di se stesso e degli altri, ricacciatelo ogni volta nei siti fognari cui attinge. Qualcuno con cui discutere che non sia un multinick complottista ci sarà pure: e non è questo multinick né i suoi sosia nazi-islamici.
Le “atrocità” citate nell’articolo in realtà altro non sono che normali punizioni previste dalla religione islamica, e già applicate in tanti altri paesi musulmani. In Iran, Pakistan, Arabia Saudita, ecc. gli omosessuali vengono impiccati, gli adulteri e gli apostati uccisi in vari modi, e anche la blasfemia è punita con la morte.
In Arabia Saudita recentemente un giovane blogger è stato condannato a 10 anni di carcere e 1000 frustate per aver “offeso l’islam” (vedi Ansa.it).
Questo è l’islam, e se continuamo ad agevolare la diffusione dell’islam anche in Europa un giorno saremo nelle stesse condizioni.
Senza andare in cerca di paesi esotici e senza uscire dai patri confini, i pirati saraceni una volta si comportavano esattamente come l’isis oggi.
E i saraceni infestavano quasi tutta la penisola italiana in alcuni periodi, costringendo le popolazioni costiere a cercare rifugio su per i monti e i boschi anche 100 km nell’entroterra.
Poco sopra Orvieto ci sono i resti di un cimitero saraceno, siamo a 70-80 km dalla costa tirrenica.
Il che significa che lì hanno razziato stabilmente, in qualche periodo del Medioevo.
Poi è stata costruita una chiesa cristiana nel luogo, che era affrescata e con volta ogivale in pietra vulcanica nera.
Oggi ci sono i ruderi, che in un recente passato sono stati utilizzati come ricovero per le pecore, e da quelli capisci che doveva essere un’opera architettonica di un certo rilievo.
Pensate quanti sgozzamenti, impalazioni, stupri e riduzione in schiavitù possono aver fatto.
E poi qualche citrullo ce l’ha con le Crociate, che sono state un atto dovuto di difesa dell’Occidente dall’aggressione islamista.
(Notare che qui ho scritto Occidente con la maiuscola, qui se lo merita; l’occidente viscido di Obama e Bruxelles non si merita la maiuscola iniziale).
..conoscete la storia di Conselice, cosa è avvenuto durante una processione mariana?
Nell’ultima puntata dell’ISIS show il più recente rapporto della CNN sta tirando fuori una nuova trama. L’ultima sceneggiatura ora ammette che un importante agente operativo della Blackwater è uno dei leader comandanti del contro terrorismo che addestra e condivide i suoi segreti sul combattimento con i membri dell’ISIS. Ebbene si, la nuova trama delle operazioni di manipolazione psicologica (PSYOP) dell’ISIS è effettivamente stata capovolta in modo tale che gli sceneggiatori ora ammettono che i combattenti dell’ISIS sono parte dell’agenzia Americana Blackwater. Questo è un modo per ammettere che gli USA continuano ad addestrare i membri dell’ISIS mentre, allo stesso tempo, continuano con la “operazione psicologica” (PSYOP). Come al solito, fanno finta che ciò è accaduto per pura coincidenza e sfortuna.
Perché il cambio di sceneggiatura? Perché è ormai opinione comune tra tutti quelli che non sono connessi ai media tradizionali sotto controllo della CIA, che l’Occidente ed i suoi alleati hanno creato l’ISIS; e al fine di attenuare e schivare le storie future che dimostreranno i collegamenti, stanno alimentando la narrazione dei “cambi di fronte” e dei “disertori”. Così in futuro chiunque sarà catturato mentre combatte per l’ISIS e dimostrerà chiari legami con Israele e Stati Uniti potrà essere sconfessato come “disertore”.
Ecco il fumato di turno che se ne esce con la solita storiella trita e ritrita della “opinione comune” (altra ridicolaggine) che l’ISIS l’ha creata l’Occidente. Modo alquanto vigliacco per non ammettere le radici vere dell’ISIS e per buttare negli occhi altrui il solito fumo complottardo. Ma non attacca più.
…….purtroppo ai cretini dei social internet attacca sta panzana, per lo più adolescenti.
L’isis non è nient’altro che un modo di interpretare l’islam radicale.
Nulla di più, nulla di meno.
Che l’America ci sguazzi dentro quel marasma creato da loro e facciano un gioco sporco fregandosene di popoli e culture che vengono annientate, non cambia la questione: l’isis è islam radicale allo stato puro.
Le paranoie complottiste
– a titolo di esempio: “media tradizionali sotto controllo della CIA”; “opinione comune tra tutti quelli che non sono connessi ai media tradizionali”: la C.I.A., che controlla i media tradizionali, ha paura delle paranoie complottiste che sostengono tutto e il contrario di tutto: che Hamas è controllata dal Mossad, non dalla C.I.A.: e altre corbellerie, come la Lega Mondiale Islamica controllata dall'”Occidente e dai suoi alleati”-
– che leggiamo anche qui sono opera del multinick filo-islamico che, sotto un nickname, plaude papa Fancesco che, nello spirito del “dialogo”, prega verso La Mecca;
– poi, sotto altri nickname, diventa cattolico tradizionalista, ma sempre filo-islamico, per attaccare in modo blasfemo Papi e Chiesa controllati dai massoni – e dalla C.I.A.
Yusuf, Nasrallah, Mustafà, Aurelio, Antonio, Alessadro, Alessandro2, Alberto, Eulalia: un lelenco solo approssimativo delle identità di riserva del multinick: ce, un’altra, volta si crede una Rete televisiva, un quotidiano tedesco o Solzhenicyn, debitamente arruolato fa i complottisti anti-semiti come fa di bisogno ai nazi-islamici quale il complottista rimane in tutti i suoi travestimenti virtuali.
Bannatelo.