
Un calcio… ai pensieri natalizi
Leggo di un sindaco-Babbo Natale respinto dalle maestre di una scuola «perché avrebbe turbato i bimbi musulmani» e cerco il più vicino centro di reclutamento del Klu Klux Klan. Vedo che anticipano le partite alle 15 per salvare i preziosi bronchi dei calciatori e rimpiango di non soggiornare nella scristianizzata Inghilterra. Lassù giocano a Natale, a Capodanno, a Ferragosto, a mezzogiorno, alle 15, alle 17, alle 21, con neve, pioggia e vento. I calciatori hanno minacciato di scioperare per avere più soldi poi, però, al contrario dei nostri, non mandano avanti la mamma con la maglietta di lana. Cari amici e compagni: questa settimana, con la complicità dei giornali, è stato perpetrato il grande imbroglio. Le società hanno preso i denari dalle Tv e dagli abbonati, li hanno spartiti con i giocatori e adesso cambiano orari, gabbando il pubblico pagante. E noi applaudiamo. E vorremmo Totti in parrocchia. Direttore, volevo essere buono, ma non ce l’ho fatta. Mi perdoni? Buon Natale a tutti.
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