
Un monaco girava per tutta l’Europa: l’origine della commemorazione dei defunti

In occasione del 2 novembre, in cui la Chiesa celebra il culto dei morti, tempi.it ha chiesto a dom Giorgio Picasso, già preside della facoltà di Lettere e Filosofia presso l’Università Cattolica di Milano di cui è professore emerito, monaco benedettino olivetano dell’abbazia san Benedetto di Seregno, le origini e le ragioni profonde di questa ricorrenza. una ricorrenza che nel calendario, segue quella di Ognissanti, «una solennità – spiega Picasso – che ha avuto origine nella Chiesa di Roma, quella grande chiesa a cielo aperto punto d’incontro per tutti. A Roma svetta il Pantheon, costruito dagli antichi romani per l’adorazione di tutti gli dei, e chiunque veniva nell’Urbe poteva portarsi la propria divinità ed ivi adorarla. Fino a quando lo stesso Pantheon, abbandonato durante il periodo neroniano, non venne poi dedicato alla Beata Vergine Maria e a tutti i Santi. Proprio il primo di novembre».
Qual è l’origine della commemorazione dei defunti?
È successiva e ha origine monastica. In particolare, nel monastero di Cluny, nella Borgogna, di enorme influenza all’interno della Chiesa stessa, tanto da essere più grande della basilica costantiniana – infatti, nei primi progetti, si voleva che l’attuale basilica di San Pietro fosse di qualche metro più grande di quella di Cluny –. Dobbiamo rifarci a uno dei quattro grandi abati più importanti dell’ordine: Sant’Odilone, della fine del X secolo. Molto devoto alla Madonna, il santo pensò di istituire nella sua abbazia la commemorazione dei defunti il 2 novembre, festa che a poco a poco che si è diffusa in tutta la Chiesa.
Perché?
Allora il monastero di Cluny aveva delle dipendenze in tutto il mondo conosciuto, delle quali più di mille si possono attestare. Si pensi solo alla Brianza: a Pontida o a Vertemate. Celebrate le feste, un monaco dell’abbazia di Cluny partiva con un rotolo contenente una cartina: segnalava il percorso per raggiungere tutti i priorati dell’ordine. Seguendo l’itinerario, viaggiava per tutta l’Europa segnando i nomi dei monaci deceduti durante l’anno. Quando – a Dio piacendo – ritornava in Borgogna, l’abbazia pregava per tutti loro. È questa, probabilmente, l’origine della festa.
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